Lettere-confessioni dal carcere
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Il Secolo XIX Martedì 13 novembre 2001

LA CURIOSITÀ

Lettere simili a involontarie confessioni partivano dai carceri nei quali erano ospitati i cinque albanesi e l'ungherese, arrestati nella prima fase dell'indagine dei carabinieri di Sampierdarena. I militari, prima che i detenuti se ne accorgessero, hanno potuto così ricostruire, con l'aiuto di interpreti, le attività della banda albanese dedita allo sfruttamento della prostituzione e ai furti in negozi e appartamenti. Quando poi la voce, come un tam tam, si è diffusa tra le celle, le confessioni per lettere si sono interrotte. Dalla corrispondenza sequestrata sono emersi legami di parentela con emigrati albanesi in Norvegia, con base a Oslo, e imprese criminali diffuse in un raggio di cinquecento chilometri. Nelle lettere i detenuti si vantavano delle proprie attività, confrontando i metodi di scasso di raggiro delle leggi nazionali sull'immigrazione.

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