Sono oltre cento in pochi
mesi gli stranieri minacciati in patria che chiedono aiuto
Asilo politico, boom di richieste
Da gennaio iter più rapido per il rilascio dei permessi di
soggiorno
Cento richieste già pendenti. Ma aumentano ogni giorno, al ritmo di tre o
quattro, per raggiungere le dimensioni di una nuova emergenza. Arrivano dalla
Nigeria, dal Ghana, dalla Sierra Leone, dallo Zaire. Dall'Africa tormentata da
guerre civili e sanguinosi conflitti tribali e intestini. Cento pratiche già
al vaglio della questura negli ultimi mesi. Sono le richieste di asilo politico
finite sul tavolo dell'ufficio stranieri. E ogni giorno nuovi gruppetti di
giovani si affollano al primo piano della questura.
Genova sconta la sua tradizione e la sua attualità di città generosa, tollerante
e ospitale. L'accoglienza dei rifugiati politici, gestita di concerto con il
Comune, fa affluire stranieri da tutta Italia. Da luglio, infatti, è scattato
il piano nazionale degli Asili che distribuisce in tutta Italia richieste e
disponibilità.
Con il risultato che la civile Genova è subissata di richieste, mentre altre
città se non metropoli (Milano per esempio) fanno spallucce. Anche perché, dopo
una pre-istruttoria della polizia, lo stato concede un contributo di trentamila
lire al giorno per la durata di un mese e mezzo che fa gola. Sia a chi cerca
legittimamente asilo, sia a chi cerca di sfruttarne i vantaggi.
Qual è la situazione oggi? Cinquanta contributi sono già stati concessi, le
altre cinquanta situazioni sono al vaglio. Tutti gli stranieri sono a Genova,
ospiti di amici, delle strutture di accoglienza gestite da associazioni
ecclesiastiche o pubbliche, qualcuno anche al Massoero. Ognuno di loro
dev'essere ascoltato e le sue dichiarazioni tradotte, vagliate e poi inviate a
Roma, alla commissione rifugiati del ministero degli Interni. Un mese, un mese
e mezzo, poi la decisione. Se la richiesta è accolta, lo straniero potrà tornare
in questura per ritirare i permessi. In caso contrario, sarà immediatamente
espellibile.
Pratiche complesse per una situazione esplosa improvvisamente nelle ultime
settimane, che sta mettendo a dura prova le strutture della questura e
dell'ufficio stranieri. È una nuova emergenza sul fronte degli extracomunitari
che cade nel bel mezzo di nuovi progetti.
Gli uffici della polizia si stanno attrezzando sia sul versante dell'ospitalità
sia su quello della repressione. Dal primo gennaio per un periodo sperimentale
di quattro mesi anche i sindacati e alcune associazioni saranno autorizzate
ad espletare le pratiche di istruttoria per l'ottenimento dei permessi di
soggiorno. Così si eviterà, nelle intenzioni, che centinaia di stranieri assedino
la questura completamente ignari di ogni presupposto burocratico, come accade
oggi, con code interminabili e mille difficoltà d'interpretazione.
Sul versante della repressione, cinque stranieri che si sono resi responsabili
di numerosi reati negli ultimi anni (soprattutto legati allo spaccio di droga)
sono stati attesi ieri all'uscita del carcere dopo aver scontato la pena e
immediatamente accompagnati alle frontiere.
M.Men.
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