La paura degli islamici
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Il Secolo XIX Sabato 21 aprile 2001
Lettere al Decimonono

Una lettrice di Imperia vi scrive esternando i suoi timori per il fondamentalismo islamico e per la violenza che potrebbe apparire da quel lato. Fin qui penso si possa condividere la preoccupazione: nessun fanatismo è mai apprezzabile e le conseguenze sono state quasi sempre nefaste.

Il fatto è che la vostra lettrice, esaminando il caso italiano, afferma che gli extracomunitari (regolari e clandestini) sono in numero "enorme"; allorché - è notorio - in Europa essi sono più numerosi in tutti gli altri Paesi. La vostra lettrice teme che gli extracomunitari possano "scatenarsi" all'insegna del fondamentalismo islamico in una "guerra santa" ecc... (daghe e scimitarre?).

Mi pare che ci sia un'enorme confusione. Anzitutto resta da vedere quando gli extracomunitari (sono stati compresi anche i "regolari" nelle angosce della vostra lettrice) sono in numero enorme; poi perché nelle previsioni di "guerra santa" sono compresi tutti, anche quelli regolarmente sul nostro suolo (e con ciò sono tutti incondizionatamente "respinti").

Infine, c'è da chiedersi soprattutto perché gli extracomunitari sono tutti islamici, tutti fondamentalisti e tutti fanatici guerrafondai.

La moschea di Roma è il segno di tolleranza cristiana, tolleranza che costituisce l'orgoglio della nostra civiltà la quale respinge fanatismi e razzismi comunque mascherati.

Maurizio Fusco
Imperia

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