Sto seguendo la polemica innescata a proposito della proposta di legge per il
rientro dei capitali italiani all'estero. Senza entrare nel merito dell'opportunità
né dell'utilità, per l'economia italiana, di tale provvedimento, mi sorge però
spontaneo un interrogativo: chi si preoccupa che tale operazione possa favorire
riciclaggio di denaro sporco o comunque rientro di quattrini di dubbia provenienza,
si è mai preoccupato o occupato della presenza nelle nostre città grandi e piccole
(parlo per Genova ma il fenomeno è esteso a tutte le città italiane) di una miriade
di esercizi commerciali in mano a stranieri extracomunitari, in particolare cinesi,
i quali, pur in assenza o scarsità di clienti e vendendo paccottiglia di infima
qualità e bassissimo prezzo, si possono permettere affitti plurimilionari fianco a
fianco con i più prestigiosi negozi nostrani?
Chi opera controlli, magari incrociati, sulla attività e sui retroscena di questi
personaggi che spuntano all'improvviso come funghi ed evidentemente prpsperano là
dove il commerciante autoctono spesso non riesce a sopravvivere? Da che parte guarda
la Guardia di Finanza, chi è in realtà responsabile non solo della tutela del
territorio ma anche di quella del tessuto commerciale che rimane un forte presidio
contro illegalità, microcriminalità diffusa, degrado urbano e del tessuto sociale?
Questi sono gli interrogativi che si pone il cittadino comune attento alla vita
di ogni giorno preoccupato che alla mafia nostrana si aggiungano impercettibilmente
nuove mafie che come tutti sanno già si sono installate e radicate sul nostro
territorio. Purtroppo, queste domande restano senza risposta, e non mi risulta che
chi si preoccupa della limpidezza dei capitali italiani che dovrebbero rientrare,
si presume, a rinvigorire la nostra economia sia altrettanto rigoroso e indagatore
rispetto a queste situazioni per niente limpide, anzi foriere di minacce incombenti.
Per la prima volta vi prego difirmare con "lettera firmata " poiché
benché abitualmente io sia abbastanza coraggiosa e spericolata, non mi sento
all'altezza di misurarmi con questa nuova malavita né di difendermi da essa.
Lettera firmata
Genova
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