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Liguria nel mondo, il mondo in Liguria


La visita

Ministro Melandri, scopra la Liguria

di Mario Bottaro

Domani il ministro per i Beni culturali Giovanna Melandri sarà a Genova per inaugurare la "riapertura", dopo i lunghi lavori di restauro, del Duomo di San Lorenzo. E' un fatto positivo: speriamo non sia solo una tappa, con taglio di nastro, nel viaggio di ritorno dal congresso di Torino a Roma, ma il segno dell'attenzione verso la città scelta per rappresentare la cultura europea nel 2004. Proprio per questa speranza e poiché risulta che il ministro non conosca molto bene la Liguria (la invitiamo a visitare questa regione: avrà delle splendide sorprese) segnaliamo una serie di interventi - tra i tantissimi altri - che il ministro potrebbe approfondire in prossime spedizioni. Il nostro brevissimo giro parte dall'estremo ponente ligure. A Pieve di Teco, per esempio, esiste - intatto, ma abbandonato (è trasformato in deposito) - lo splendido complesso conventuale degli agostiniani. E' del '500 e conserva la chiesa e il chiostro. Domina la Valle Arroscia. Potrebbe diventare un grande polo culturale lungo una "via dei sacro" che, il ministro sa, non può riguardare solo gallerie e parcheggi a Roma. Poco distante, a Vallecrosia, un appassionato ha costruito in un treno abbandonato un museo della canzone con pezzi unici: qualcuno ne aveva già parlato con Walter Veltroni, quando era ministro della Cultura, ma - nonostante la ben nota passione veItroniana per la musica - nessuno gli ha mai dato una mano. Ancora nell'imperiese esistono - abbandonati nelle chiese - i "cartelami". Un intelligente funzionario della soprintendenza, Franco Boggero, li sta catalogando. Sono decine e decine. Si tratta di sagome dipinte a tempera, vere quinte teatrali che nel Settecento venivano utilizzate per le sacre rappresentazioni. Riusciremo a salvarli?

Nel Savonese proviamo a segnalare il cinquecentesco castello di Garlenda - lo paragonano, come impatto visivo, a quello dell'Innominato - recentemente acquistato dal Comune che non pare avere i fondi per risanarlo. E a Savona uno dei più antichi teatri liguri (1776), il piccolo Sacco Colombo, appartenente a un privato e del tutto inutilizzato. Tra Savona e Vado un ponte medioevale, il ponte visconteo, sarà soggetto all'offesa di una nuova campata in cemento armato quando forse bastava dragare il torrente e non allargarne gli argini.

A Genova la scelta è vasta, ma limitiamoci. Nei cuore della città (potrebbe diventare un'area di quiete unica) si trova il chiostro dei santi Giacomo e Filippo. È in abbandono dall'ultima guerra mondiale. Venne edificato nel 1268. E sulle alture del capoluogo, vale la pena una passeggiata lungo i 12 chilometri di mura e fortificazioni costruite nei primi decenni dei Seicento: opere di architettura militare di grande livello. Una "grande muraglia" che si affaccia sul mare e per la quale non si riesce a inventare un'utilizzazione che superi il demanio militare.

Saltiamo il Tigullio (ma potremmo fermarci in molti posti): le Cinque Terre sono un angolo unico al mondo. La “sesta" delle Cinque Terre, tra Riomaggiore La Spezia, è la zona di Monasteroli. Un paesaggio da sbalordire, grappoli di case quasi irraggiungibili sia da terra (una scalinata in pietra) sia dal mare: "Vicino al mare ma non sul mare", dicono gli abitanti. La zona è franosa e, comunque, dovrebbe essere valorizzata davvero.

Un passo a Sarzana per segnalare l'antichissima Cattedrale di sant'Andrea chiusa da cinque anni per le lesioni di un terremoto e poi c'è Luni. Qui - come nella capitale - siamo nelle rovine d'epoca romana. Gli scavi, si dice, sono fermi al trenta per cento. È un piccolo itinerario, forse atipico anche per molti liguri: signora ministro perché non prova a percorrerlo?

Apparso su Il Secolo XIX di Domenica 16 gennaio 2000

  

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