IL SECOLO XIX
Fondato nel 1886
Giovedì 23 dicembre 1999
Debutto dell'uomo del Polo per la Regione
Biasotti: "tanto da dare niente da prendere"
E cita Kennedy, come Veltroni
Quello di Sandro Biasotti è il
ritratto di un imprenditore di
successo molto sicuro di sé ed
ottimista. Non crede ai sondaggi
della sinistra che lo danno già in
testa: "Ora no, ma ci sarò al
momento giusto"
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Genova. Pare
che a Silvio Berlusconi non piacciano le barbe ma evidentemente per Sandro
Biasotti, candidato del Polo alle prossime elezioni regionali, ha fatto
un'eccezione. Anche perché per il resto Biasotti sembra uscito dal rnanuale del
perfetto candidato di centro destra: giovane ma con esperienza (ha 51 anni ed è
già nonno), imprenditore di successo (ha creato quasi dal nulla un piccolo
impero nei settore portuale), elegante ma senza strafare e coli il culto del
lavoro e dell'intrapresa.
“Tutto quanto possiedo è frutto dei lavoro o, quello
di mio padre, poi mio e della mia famiglia. Ho avuto successo come imprenditore.
Oggi trovo giusto dedicare energie alla mia terra”. Ha spiegato così, con un
pizzico di emozione comprensibile in un esordiente della politica, le ragioni
dei suo impegno autopresentandosi ieri alla stampa nel corso di un incontro allo
Starhotel, a cui hanno partecipato anche gli scafati ( e attentissimi) dirigenti
dei partiti che lo appoggeranno: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Ccd, Cdu e
Liguria Nuova.
Cita Kennedy (proprio il presidente preferito da
Veltroni!) per dare respiro e forza alla sua visione liberal‑democratica
ma anche lanciare il segnale dello stile con cui sarà caratterizzata la sua
campagna elettorale, Sorrisi accattivanti, discorsi diretti, niente politichese
e massima trasparenza, anche sui fatturati: oltre cento miliardi dalla società
di trasporti ereditata dal padre e poi ceduta prima di entrare nel settore dei
concessionari d'auto, quattro società con un giro d'affari superiore ai 150
miliardi. “Sono il maggiore di quattro fratelli, sono nato nel centro storico
di Genova - ha raccontato Biasotti - la mia famiglia ha origini contadine.
D'inverno andavo a scuola e d'estate fino a 15 anni passavo quattro mesi al
paese ad aiutare i parenti”. Poi, una carriera in ascesa come imprenditore. La
scelta di entrare in politica la spiega come un mix di ambizione e senso civico.
Dal momento che le cose non vanno - ha spiegato
- mi sono posto la stessa domanda che Kennedy rese famosa per il suo paese: non
tanto cosa deve o cosa dovrebbe fare la Regione Liguria per me, ma cosa posso
fare io per la mia terra?”
“Non ho nulla da prendere - ha sottolineato il candidato dei centrodestra - ma
ho molto da dare: il mio lavoro, la mia esperienza, le mie energie, il mio entusiasmo
la mia voglia di fare”. Biasotti snocciola poi i pregi che si riconosce in
quanto “non politico" e candidato indipendente: “non ho la
presunzione di sapere tutto, non ho il cinismo di chi ha visto tutto e non crede
più in niente; ho invece l'ingenuità di chi crede che si possa migliorare, cambiare
costruire". Insomma il ritratto di un vero self made man che bada
alla concretezza e che annuncia che discuterà il suo programma “con
tutti quelli che lo vorranno fare senza pregiudiziali” ma che si dichiara
“incompatibile” con i socialisti di Gianni De Michelis. Biasotti marca la
sua differenza anche per la scarsa fiducia nei sondaggi: “Non ne ho fatti, al
contrario della sinistra che ci dà in vantaggio. Ma non è vero, oggi non
siamo in testa ma lo saremo al momento giusto"
Giuliano
Galletta
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