Il via libera era stato concesso da Tarcisio Bertone, il suo successore ha cambiato rotta
IL GENOVESE arcivescovo Angelo Bagnasco dice di no alle messe in genovese, anzi alle "messe zeneixi", quattro all'anno, "messe cantate in latino con le parti responsoriali in genovese», come precisa, un po' addolorato Franco Bampi, vicepresidente di "A Compagna" e docente, oltre che di matematica a ingegneria, di affollatissimi corsi di lingua genovese. Una lettera di Bagnasco ha infatti informato il rettore del Santuario della Vittoria don Sandro Carbone, officiante dei riti, a tutti gli effetti con valore di precetto, che sarebbe meglio non proseguire più con 1'iniziativa. «Venivano celebrate due messe ai Santuario, la seconda domenica di maggio nell'anniversario della vittoria dei genovesi contro i Savoia, e nella seconda di ottobre; un'altra il 6 gennaio all'Abbazia del Boschetto a Campi e infine per Santa Caterina da Genova - spiega Bampi - Molto seguite, molto vissute con devozione. L'officiante celebra in latino, in genovese sono solo le letture, il salmo responsoriale, la predica: e don Carbone è un biblista che traduce dall'aramaico e dal greco direttamente in genovese...» Il rammarico ha già raggiunto la Curia, e Bampi confida in un ripensamento di Bagnasco. «Le scelte dell'arcivescovo sono sicuramente meditate e giuste - premette Bampi - però vorrei che riflettesse sulla devozione che accompagna questi riti. Speremmu che nu seggian messe dite...»