21/09/08 - Lettera al Cardinal Arcivescovo sulla Messa in Genovese (Mail)
Scritto da Francesco Ristori
Domenica 21 Settembre 2008 21:05
Genova, 21 Settembre 2008
N. Prot. 0908/011
All'Attenzione dell'
Arcivescovo di Genova
Card. Angelo Bagnasco
LETTERA APERTA
SANTA MESSA IN GENOVESE
RICHIESTA
Eminenza Reverendissima,
Siamo a conoscenza della Sua posizione contraria alla celebrazione di Sante Messe in genovese giustificata dal fatto che questo sia un dialetto e non una lingua. Tuttavia ci permettiamo, anche sulla base dell'esperienza di altre diocesi in cui sappiamo venire celebrate anche Sante Messe in dialetto, di chiederLe di considerare l'eventualità di mutare orientamento.
La nostra richiesta, a tutela delle tradizioni della città, ritiene di essere basata su una coerente interpretazione dell'insegnamento di S. Paolo di farsi tutto in tutti per portare la Parola di Dio, lo stesso insegnamento su cui si basano (nel diritto canonico) le tolleranze che vi sono nelle terre di missione. Ci sia lecito rilevare in proposito che una terra come Genova con una media di presene in chiesa inferiore al 10% può chiaramente essere considerata terra di missione.
Eminenza, la città dove il Santo Padre l'ha chiamata a svolgere il suo Ministero Episcopale è la città con il più alto numero di anziani in Italia, molti dei fedeli cattolici di questa Diocesi sono cresciuti con il latino in chiesa, ma con il dialetto in famiglia e considerano il genovese la loro lingua. Per avvicinarsi al loro modo di essere ed al loro sentire il dialetto, almeno in quelle che sono le feste più importanti, appare senza dubbio necessario. Va, per altro, detto che una mancanza di riconoscimento da parte della competente Accademia della Crusca non può in alcun modo togliere il fatto che l'identità vera del genovese non è quella del dialetto, ma quella della lingua visti i numerosi influssi che ha ricevuto da altre culture che la rendono solo parzialmente più comprensibile ai “foresti” rispetto alla lingua sarda.
La ragione della presente lettera, che speriamo Lei vorrà accogliere benevolmente, è soprattutto legata alla reazione dei fedeli alla Sua decisione con riferimento alla tradizionale Santa Messa dell'Epifania al Boschetto, santa Messa solitamente partecipatissima che ha visto quest'anno un drastico calo delle presenze in seguito alla decisione di officiarla in lingua italiana. Genova, come ogni città ed ogni popolo, ha bisogno della conservazione della propria cultura e delle proprie tradizioni, ed in questo senso la Santa Messa in genovese al pari della Processione di S. Giovanni non può essere toccata senza provocare notevole disorientamento soprattutto nella popolazione più anziana.
Eminenza Reverendissima, ci permettiamo di chiederLe di considerare una nuova apertura alla Messa in Genovese anche in considerazione della nota buona conoscenza del dialetto del Suo Vicario Generale Mons. Palletti, ed in considerazione delle Sue stesse radici che Le permetterebbero di preparare, o quanto meno controllare, facilmente i testi al momento del rilascio dell'autorizzazione a celebrare in dialetto.
La ringraziamo per l'attenzione che vorrà dedicare alla presente e con l'occasione porgiamo i nostri più deferenti e distinti saluti.
A nome dell'Associazione
Il Presidente
Francesco Ristori