Nel 1291 Dante doveva ancora iniziare la Divina Commedia, quando un certo Luchetto scriveva le sue rime nobilitando la lingua genovese. Nel 1305, quando l'Alighieri diede alla luce l'Inferno, iniziò la grande fortuna del toscano medievale che, trasformato, venne recepito più tardi come la lingua nazionale, l'italiano. In altre parole «il genovese non è una "corruzione" dell'italiano, ma del latino», precisa Franco Bampi, presidente de A Compagna, il sodalizio genovese che valorizza la cultura locale, prende in prestito le parole del giornalista e poeta dialettale Vito Elio Petrucci: «il genovese è una lingua con tanti dialetti». E sottolinea infatti che «una cosa è il genovese di Genova, un'altra è quello di Voltri. I fontanini poi, hanno una parlata molto diversa. Ma in qualche modo, da Montecarlo alla Lunigiana riusciamo a capirci».
A Compagna realizzerà il materiale per le scuole nell'ambito del progetto pilota voluto dal presidente della Regione Claudio Burlando e che prevede dall'anno prossimo i primi corsi facoltativi in 27 classi primarie.