O releuio do "Modena"
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Il Lavoro - Repubblica Lunedì 8 settembre 1997

di LUCA FORNOVO

Il teatro «Gustavo Modena» è alla ricerca dell'orologio «perduto». I lavori di restauro, iniziati a partire dal gennaio 1996, sotto il patrocinio di Comune, Provincia, Regione e Dipartimento dello Spettacolo, sono quasi terminati. Dopo il lampadario, rimesso a nuovo dal restauratore Franco Aguzzi, ora è la volta dell'orologio. Della riparazione se ne è occupato Carlo Tardito, orologiaio di professione, che lavora a Sampierdarena in piazza Vittorio Veneto, vicino al teatro. L'orologio ottocentesco, che verrà collocato come prima sopra l'arco del proscenio, è stato affidato alle cure di Tardito circa un anno fa. Il lungo lavoro di restauro è cominciato dalla macchina dell'orologio, fatta in ottone e acciaio. All'eliminazione delle ragnatele e degli escrementi dei piccioni sono seguite la sostituzione della spirale, la sistemazione degli ingranaggi e una certosina operazione di disossidazione.

Invece il quadrante in legno, che presenta due profonde spaccature, sarà rivestito di una garza e successivamente stuccato. Una volta ripulito verrà verniciato da un artigiano specializzato, Nicola Spallone. Per la verniciatura, cosiddetta antica, sarà utilizzato lo smalto con olio di lino cotto che, a differenza dell'acquaragia, non secca il legno. I numeri, in stile romano, saranno ridipinti dalla pittrice Caterina Lavizzari. Per rendere merito agli artigiani che se ne occupano, Enzo Ferrara e Bruno Palazzi hanno fotografato l'orologio prima e dopo il restauro. Carlo Tardito, certamente un perfezionista, assicura: «Ogni orologio che riparo è come se fosse mio, lo faccio per passione. Inoltre il restauro è completamente gratuito».

II 'Teatro Modena' chiuso da più di tredici anni, potrà così riaprire con il suo orologio funzionante. L'apertura ufficiale della stagione è prevista verso la fine di ottobre e solo per il 18 settembre, in occasione del 140° anniversario della nascita, il teatro sarà aperto al pubblico, al pomeriggio dalle 15 alle 18. Per evitare la ressa, si effettueranno visite guidate.

Chi, invece, desidera ricevere a casa il programma della stagione può andare alla festa dell'Unità, dove troverà uno stand allestito dal Teatro dell'Archivolto che, secondo una convenzione col Comune, ha l'incarico di gestire il Modena per dieci anni. Compilato un questionario potrà ricevere il programma per posta, via fax o via Internet.

Intanto, sul "Modena", piovono buone notizie: anche la giunta provinciale ha stanziato 100 milioni per il recupero.

Quando il 18 sera i genovesi potranno finalmente rientrare nel Modena, la prima cosa da ammirare sarà il restauro dell'atrio. I lavori sono stati possibili grazie ai cento milioni stanziati dalla Provincia. Il soffitto a cassettoni a stucco dorato, i tre portali modanati in stucco e dorsi e la balaustra che introduce, dalle rampe, all'atrio stesso, stanno per essere riportati agli splendori di quando il teatro fu ricostruito in cemento ad imitazione della vecchia struttura in legno, per soffitto e portali, e in pietra per la balaustra. Il Modena - che è l'unico teatro genovese ad aver evitato i bombardamenti alleati della Seconda guerra mondiale - risale al 1857 ed è la sola testimonianza dell'architettura teatrale del XIX Secolo in città. «L'intervento sul Modena - dice l'assessore ai Beni Culturali Angelo Bobbio - rientra pienamente nelle scelte programmatiche della Provincia e nelle linee operative per il recupero e la valorizzazione artistica di un bene emergente di quasi totale proprietà pubblica». Il teatro è stato concesso in gestione da Comune, Usl 3 e dalla famiglia Garibaldi, alla Cooperativa dell'Archivolto. La compagnia di Pina Rando, che da anni era alla ricerca di una sede stabile, ha ottenuto la gestione novennale del teatro e ha predisposto un progetto di recupero e valorizzazione per 4 miliardi e 287 milioni. Il Modena è un teatro all'italiana, con tre ordini di palchi e sino agli anni Venti fu competitivo con il Carlo Felice. Risparmiato dalle bombe, subì l'incuria e l'abbandono nel dopoguerra. Riaperto come cinema, fra il 1979 e l'82, torna ora a vivere nella sua forma originale pronto ad ospitare ogni forma spettacolare dalla musica, al cinema, alla commedia.

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