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Gazzettino Sampierdarenese
Anno XXXVII - N. 2 28 Febbraio 2009

Il primo numero della collana "Bolezùmme"

È uscito “Grafîa ofiçiâ”

 

Uno dei problemi più grandi che incontra chi desideri avvicinarsi alla nostra antica lingua genovese è quello della grafia. Io me ne sono reso conto parlando con quei giovani, e sono tanti, che gradirebbero imparare il genovese ma che non hanno strumenti didattici per farlo. D’altra parte il vocabolario più conosciuto, quello compilato da Giovanni Casaccia nel 1876, aveva per scopo insegnare l’italiano visto che allora il genovese lo parlavano tutti. Forse proprio per questo Casaccia decise che le parole genovesi, pur dotate di pronuncia propria, dovessero essere scritte scimmiottando la grafia italiana. Non importa se in genovese si dice “balâ” con una “elle” sola, Casaccia scrive “ballâ” limitandosi a togliere, dall’italiano “ballare”, solo il “re” finale. A quei tempi la cosa risultò affatto irrilevante per il genovese proprio perché tutti lo parlavano: forse risultò addirittura utile per apprendere l’italiano!

Oggi le cose sono radicalmente differenti. Oggi la nostra antica parlata è davvero a rischio e se non si trovano mezzi per coinvolgere e stimolare i giovani in un progetto per il genovese, tra una o due generazioni nessuno lo saprà più né parlare né tanto meno leggere. Proprio per questa ragione l’utilizzo di una grafia imprecisa e modellata sull’italiano, come quella del Casaccia e delle successive timide modifiche, si rivela come un oggettivo e dannoso ostacolo per il rilancio del genovese. Occorre avere a disposizione una grafia che consenta, a chi ne conosca le semplici regole, di sapere senza ambiguità la pronuncia di tutte le parole genovesi. Fortunatamente l’Académia Ligùstica do Brénno (costituita da amanti e studiosi della lingua genovese e presente solo su Internet all’indirizzo http://www.zeneize.net ) ha eleborato una grafia, chiamata dall’Academia “grafîa ofiçiâ”, che permette, senza ambiguità alcuna, di passare dai suoni del genovese alla forma scritta e viceversa.

In questo scenario promettente, si è inserita prepotentemente la S.E.S. Editoria (che è anche la società editrice del Gazzettino) chiedendomi di curare una collana, costituita da libretti tascabili a prezzo economico, che si facesse interprete di questa importante novità costituita appunto dalla “grafîa ofiçiâ”. Senza esitazioni ho chiamato la collana “Bolezùmme”, perché il suo scopo è quello di creare maretta nell’ambiente dei cultori del genovese e di stimolare soprattutto i giovani a riscoprire le nostre radici. La collana, che in previsione proporrà una decina di titoli (poi si vedrà), ha lo scopo di costituire il primo, significativo passo per il rilancio della lingua genovese. Per questo la prima uscita, già presente in tutte le edicole di Genova, è un prontuario per leggere e scrivere in genovese che si intitola, non a caso, Grafîa ofiçiâ. A questo primo numero seguiranno altri interessanti libretti: dalla raccolta di “Parolle de Zena” ai divertenti dialoghi, tutti rigorosamente veri, di “In zeneize co-o Carlo” e poi tutte le coniugazioni dei verbi genovesi, curiosità come “genovesi malelingue”, “paròlle da no scordâ” e via discorrendo.

Con l’aiuto insostituibile della “grafîa ofiçiâ” e della collana “Bolezùmme” sarà più facile parlare il genovese tutte le volte che si può: ed è questa la strada maestra per la riscoperta, la conservazione e il rilancio della nostra parlata millenaria.

F.B.
[Franco Bampi]

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