Non gettate la croce sul povero "cantunê"
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Il Lavoro - Repubblica Sabato 24 maggio 1997
Interventi

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Se i vigili urbani, oggi per legge Polizia Municipale, vengono spessissimo chiamati con il vocabolo genovese "cantunê" (con l'accento circonflesso che allunga il suono della vocale) è perché si vuol esprimere loro un affetto, una stima e una simpatia che solo la lingua genovese riesce a rendere immediatamente manifesta. Per questo sono dispiaciuto quando vengono rivolte loro critiche, che pur essendo fondate, non hanno la Polizia Municipale quale interlocutore.

"I vigili devono fare i vigili", comincia così il pezzo apparso sul Lavoro-Repubblica di venerdì 23 maggio 1997: d'accordo, ma il problema è cosa significhi fare i vigili. Per legge, la Polizia Municipale ha compiti di vigilanza quasi su tutto (dall'osservanza degli infiniti regolamenti comunali alla tutela dei beni ambientali, al commercio, alla vigilanza igienico-sanitaria, per citare qualcosa); se un cittadino segnala che uno zingaro forse ha rubato in un bar, un vigile viene mandato là, accerta non si sa che cosa, ma deve fare un rapporto scritto. I vigili sono dotati di un parco auto vetusto e quindi pericoloso; hanno per macchine da scrivere reperti di vero antiquariato; spesso, per personale decoro, sono costretti a comprarsi scarpe o berretti, che l'Amministrazione dà loro in quantità insufficiente; le sezioni sono frequentissimamente mal tenute e poco accoglienti, sovente per niente funzionali.

Purtroppo per loro, i Vigili elevano anche le contravvenzioni per le infrazioni al Codice della Strada: in particolare le odiatissime "multe per divieto di sosta". Ma chiedo: è colpa loro se il Codice della Strada è stato concepito per città come Los Angeles, con strade larghe e fatte a misura d'auto, e non per Genova, città dalla grande storia, fatta a misura d'uomo? E quale responsabilità hanno i Vigili se l'Amministrazione Sansa ritiene di rimpinguare le casse comunali con sostanziosi proventi da multe per sosta? E cosa possono fare se assessori allucinati e storditi dal loro potere hanno deciso di devastare la città con operazioni quali Via Balbi, Corso Gastaldi e, a seguire, Via S. Lorenzo e la Val Bisagno? La città necessita di circa centomila nuovi parcheggi: cosa ne possono i Vigili se il Comune, con gli interventi citati, ne sopprime un numero variabile tra i mille e i tremila? Sono forse tutelati dal fatto che l'assessore Villa rassicura che "Quasi tutti i parcheggi soppressi sono irregolari"?

Finiamola di parlare male dei Vigili: loro, con grande dignità, hanno riempito la Sala Rossa di Tursi protestando col loro eloquente silenzio per l'arresto di alcuni colleghi, risultati poi ingiustamente accusati da un invalido fasullo che millantava di essere stato malmenato. Episodi come questi non devono ripetersi più! Ma è solo restituendo dignità al Corpo di Polizia Municipale che tutti noi cittadini potremo riavere un "cantunê" severo, ma amico. E le colpe, quelle vere, diamole a chi le ha: a questa Amministrazione comunale arrogante e incapace.

Prof. Franco Bampi
Consigliere Comunale di Forza Italia

Genova, 23 maggio 1997


Il Lavoro - Repubblica Martedì 27 maggio 1997

L'assessore e i vigili: "Ecco come cambierò il corpo"

L’articolo dal titolo "non gettate la croce sul povero cantunê" del Consigliere Comunale Franco Bampi e pubblicato da "La Repubblica - Il Lavoro" di sabato 24, mi induce a fare alcune brevi osservazioni.

Il Consigliere Bampi, infatti, con la vis polemica che è nota e con l’abituale sdegno, indica ai cittadini tutti i responsabili delle difficoltà nelle quali opera la Polizia Municipale: il Codice della strada pensato per tutta l’Italia e quindi inadatto alla conformazione urbanistica di Genova, l’amministrazione comunale tirchia che non mette a disposizione dei vigili veicoli adeguati, il mio collega con delega al traffico reo di compiere tentativi scellerati di velocizzare il trasporto pubblico. L’analisi di Bampi, ammesso che tale possa essere definita, appare approssimativa e superficiale, oltreché non pienamente sincera.

Non sincera, perché Bampi sa bene che l’Amministrazione Comunale sta investendo per la Polizia Municipale risorse cospicue: nel solo 1996 circa 2,5 miliardi per apparecchiature informatiche, fax, arredi, veicoli ecc. e nel 1997, tra l’altro, terminerà la procedura di consegna delle nuove divise e degli accessori agli appartenenti al Corpo.

Superficiale, perché non dedica neppure un cenno alle possibilità, che è naturale che esistano, di miglioramento dell’efficienza del Corpo; non avanza alcuna proposta innovativa, alcuna soluzione ai problemi.

Tutto ciò da parte dell’esponente più autorevole in Consiglio Comunale del maggior partito di opposizione (Forza Italia).

Le soluzioni, invece, esistono e possono essere trovate, se ricercate con tenacia e con intelligenza, anche con il contributo dei vigili stessi e delle loro rappresentanze.

Sono soluzioni organizzative:
          1) Una più sistematica programmazione del lavoro in base a priorità definite dalla Civica Amministrazione, non disgiunta da efficaci meccanismi di verifica su come il servizio viene svolto.
          2) Una diversa articolazione delle sezioni territoriali che, adeguata allo schema delle nuove circoscrizioni, consenta di impegnare meno uomini nel presidio dei locali (sedi) pur mantenendo la diffusione nel territorio di numerosi punti di presenza.
          3) Una sistematica rotazione di quota degli agenti nell’ambito dei nuclei specializzati al fine di incrementare nel Corpo professionalità settoriali elevate per trasferirle, poi, alle sezioni territoriali e garantire una prima adeguata risposta alle necessità di intervento che si manifestano nei quartieri (di tipo ambientale, annonario, di polizia giudiziaria, eccetera).
          4) Il ricorso agli ausiliari del traffico, oggi reso possibile dalla legge Bassanini, vale a dire a soggetti diversi dai Vigili (dipendenti comunali o delle aziende speciali) che si occupino di alcune infrazioni del Codice della strada (soprattutto soste e invasioni corsie dei bus), liberando così molti vigili da tali compiti al fine di poterli impiegare in servizi più qualificati e necessari (nella gestione del traffico, presidio delle aree pubbliche, tutela del consumatore, repressione della microcriminalità).

Ma sono anche soluzioni strumentali: tra pochi mesi, per citare un caso, le sezioni di Polizia Municipale disporranno di programmi informatici, ad esempio per redigere i rapporti sugli incidenti stradali, che permetteranno di ridurre sensibilmente le ore di lavoro dedicate ad attività burocratiche e di archiviazione, consentendo così un maggior impegno al servzio diretto dei cittadini.

Quanto ho esposto sinteticamente sono fatti e idee.

Possono essere non condivisi e quindi discussi, ma sottendono comunque un serio tentativo di governare i problemi che la città e le nostre abitudini ci pongono.

Abbaiare alla luna o prendersela con tutti, come fa il Consigliere Bampi, non ci fa progredire di un centimetro verso il superamento delle attuali difficoltà.

Marco Evangelisti
assessore comunale
alla vigilanza urbana