Alla fine ci sono riusciti! Implacabili come in ogni regime, i nostri
ineffabili amministratori comunali, capitanati e ispirati dall'assessore e
pidiessino doc Michele Casissa, sono riusciti a “riformare” le circoscrizioni
comunali. Certo, tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale hanno
espresso la necessità di rivedere i poteri e i territori delle Circoscrizioni,
provvedendo per questo ad accorpamenti. Ma molti, il centro destra per primo,
ritenevano che riordinare le Circoscrizioni significasse esaltarne il ruolo,
conferendo ad esse maggiori poteri e migliore rappresentanza territoriale.
Molti speravano che la politica potesse, almeno una volta, primeggiare trovando in
Consiglio Comunale quel giusto arrangiamento che smorza le diversità per esaltare
il consenso diffuso. Molti si auguravano che fosse messa da parte la logica
spartitoria e partitica secondo cui il miglior riordino è quello che dà i migliori
risultati elettorali. Affermo con grande pena che nulla di tutto questo si è
verificato. Il Pds, per voce del pedissequo assessore Casissa, ha compreso che
promettendo quasi niente a Rifondazione Comunista, chiamando a raccolta anche
le parti più sgangherate della maggioranza consiliare, confidando nella deferenza
dei Popolari (Signorini escluso), in cerca di visibilità, avrebbe ottenuto il
risultato voluto. Un duplice risultato. Primo, eliminare quelle circoscrizioni
fastidiose, dalla maggioranza incerta, non necessariamente di sinistra, quali
Pegli, Staglieno, Nervi, e consolidare quelle non troppo di sinistra, come
Sampierdarena, Marassi, Centro Storico. Secondo, porre i presupposti affinché i
maggiori poteri e le maggiori, almeno sulla carta, responsabilità dei Presidenti
di Circoscrizione si concretizzino in una posizione reddituale (ovvero indennità
pari agli assessori, oltre 4,5 milioni netti al mese) per i funzionari di partito
che nel Pds abbondano. Se tutto questo sia squallido o no lo lascio giudicare ai
lettori, ricordando loro come era diverso il governo della gloriosa Repubblica
di Genova dove il lavoro non mancava, la solidarietà era vera e la burocrazia
era al minimo. Allora, di certo, non vi erano funzionari di partito da
mantenere.
Prof. Franco Bampi
Consigliere Comunale F.I.
Genova, 6 aprile 1997
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