L’attuale suddivisione delle deleghe assessorili che prevede un assessore con i
seguenti incarichi: Assessore al Turismo, Sport, Tempo Libero e Cultura.
Servizio Promozione Turistica, Servizio Organizzazione Turistica
e Strutture Relative, Servizio Promozione Culturale Sportiva e del Tempo Libero,
Servizio Beni e Strutture Culturali.
(dalla deliberazione della Giunta Regionale n. 1879 del 6 giugno 1995)
mette in evidenza che l’assessorato in questione è stato concepito come un
assessorato che accorpa attività "minori" senza la rilevanza di quello alla Sanità,
di quello ai Trasporti o di quello all’Urbanistica, per citare i più importanti.
Tuttavia è un assessorato che può diventare "strategico" per lo sviluppo della
Regione Liguria e costituire quindi il presupposto essenziale per tutti gli altri.
Pur nelle sue secolari diversità e contrapposizioni, la Liguria, compreso quel
basso Piemonte che fu ligure, è stata una terra ricca, non per le risorse territoriali
aspre ed avare, ma per volontà delle sue genti, capaci di intraprendere e di rischiare
per migliorare la propria condizione. Questa è la cultura, tutta ligure, del
"darsi da fare" che si è manifestata in quella singolare forma di stato che fu
la Repubblica di Genova: uno stato leggero con una burocrazia ridotta al minimo,
quasi inesistente.
Oggi, oppressi come siamo da miriadi di norme e impedimenti, si capisce bene come
quello dei Genovesi fosse un atteggiamento culturale vincente e che vince ancora oggi
quando la classe di governo è così avanzata da applicarlo (si pensi a Singapore, che
può essere pensata come una moderna repubblica marinara, alla Svizzera, ecc.).
Purtroppo la Regione Liguria fa parte di uno stato oppressore, che sempre più soffoca
le iniziative essendo retto da governanti burocrati e liberticidi, del tutto
impreparati a mettersi al servizio delle creatività dei liguri. Il riscatto della
Liguria passa allora attraverso una strada obbligata: quella del recupero
culturale.
Se vogliamo davvero essere cittadini liguri del XXI secolo dobbiamo
simultaneamente:
- saper realizzare gli obiettivi di sviluppo al minor costo, nel minor tempo,
al livello qualitativo prestabilito utilizzando a pieno le metodologie moderne che
sostituiscono le leadership personali con le leadership di gruppo meno soggettive,
mirate, evolutive, rappresentative delle creatività locali e capaci di individuare
dal basso verso l’alto le soluzioni non subalterne, necessarie per lo sviluppo nel
mondo di domani;
- ritrovare l’orgoglio di vivere in Liguria e stimolare la volontà che questa
terra torni ricca e prospera come lo era un tempo utilizzando quello strumento
importante che consiste nel far conoscere, ai liguri e ai cittadini che hanno scelto
la Liguria come loro definitiva dimora, le radici socio culturali della regione e
i nuovi percorsi interregionali;
- ritrovare l’umiltà di aprire i valichi virtuali e materiali della cultura del
"fare" che attorno alla Liguria gratifica milioni di occupati, avendo disponibili
territori e risorse per gestire nuovi sviluppi e gli sviluppi di quei siti ormai
saturi e quindi divenuti indisponibili.
Per questo e con queste intenzioni, l’assessorato alla cultura può diventare
strategico e rappresentare quel di più in grado di consentire un buon governo di
questa Regione che sia assolutamente lontano dalla stanca e clientelare gestione
cui abbiamo assistito fino ad oggi.
Franco Bampi
Resp. Dipartimenti Forza Italia
Genova, 25 ottobre 1999
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