La stampa italiana ha dato spazio alla sentenza emessa dalla quarta sezione del
Tribunale penale di Milano che sanziona la terribile pratica dell’infibulazione, una
gravissima mutilazione degli organi sessuali della donna imposta alle donne musulmane.
A questo proposito, mi sovviene un servizio trasmesso da Rai 3 il 30 ottobre 1999 che
dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto difficile si prospetti la convivenza
tra culture radicalmente differenti: quella occidentale di tradizione cristiana e
quella orientale di tradizione islamica. Difficoltà secolari e di tale entità che i
popoli cristiani e quelli islamici si combatterono aspramente per secoli e continuano
a farlo anche oggi, come le ferocie islamiche a Timor Est tragicamente evidenziano.
Il servizio di Rai 3 ha dato spazio alla comunità islamica torinese dove,
massimamente per voce di donne musulmane, sono state avanzate alcune richieste,
giudicate irrinunciabili dai fedeli dell’Islam. La prima riguarda la foto sulla
carta di identità delle straniere islamiche regolarizzate: andrebbe fatta con lo
“chador”, quel velo che copre la testa e la parte inferiore del volto, parte
integrante dell’abbigliamento tradizionale femminile delle popolazioni islamiche.
Se non fosse possibile avere la foto con il volto coperto (!) è per loro tuttavia
irrinunciabile che la foto sia fatta col capo e con gli orecchi totalmente coperti.
Viene inoltre richiesto che gli studenti islamici possano osservare il venerdì come
giorno di riposo da scuola in ossequio alla legge islamica e, infine, che le
studentesse musulmane, raggiunti i quattordici anni, possano seguire le lezioni
scolastiche con il volto coperto dallo “chador” in classi separate da quelle dei
maschi. Proprio per difendere questi valori della loro cultura islamica, il 30
ottobre è stata tenuta a Torino una manifestazione per riaffermare le richieste
qui indicate.
Queste pratiche e queste richieste, che hanno dell’incredibile per noi occidentali
cristiani, dimostrano le enormi e, a mio avviso, insormontabili difficoltà che si
ergono nel tentativo, imposto al popolo italiano, di giungere a una integrazione che
diventa innaturale quando va a toccare la fede dei popoli, siano essi cristiani o
musulmani. Forse va interpretato come un segno della Divina Provvidenza la concomitanza
delle richieste della comunità islamica con il discorso del Papa che ha reclamato con
forza la parità scolastica, sia giuridica sia economica. Di fronte agli inarrestabili
flussi migratori, a noi cristiani resta l’alto compito di difendere la nostra Chiesa e
la nostra cultura, anche rifugiandoci nelle scuole cattoliche che, forse proprio per
questo, sono combattute dalla sinistra che ci governa.
di Franco Bampi
Respons. dei dipartimenti metropolitani
di Forza Italia
Genova, 28 novembre 1999
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