Pericu, non donarmi l'inceneritore
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Corriere Mercantile Giovedì 23 dicembre 1999

Dal professor Franco Bampi, attuale responsabile del Dipartimento per i problemi del centro storico di Forza Italia, e consigliere comunale di opposizione durante gli anni di "governo" della giunta guidata da Adriano Sansa tra il 1993 e il 1997, riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pericu, Sindaco di Genova,

mi chiamo Franco Bampi e sono un bambino di 48 anni. Io sono stato un po’ cattivo con te: non ti ho votato. Ma tu, che sei tanto buono, hai esaudito tre miei grandi desideri. Ti sei impegnato a far sollevare le code dei grifoni che sorreggono lo stemma di Genova, la croce rossa in campo bianco di San Giorgio, che Vittorio Emanuele I di Savoia aveva fatto mettere tra le gambe; hai fatto ricollocare le statue di Andrea Doria e di suo nipotino Gian Andrea sui due grandi piedistalli di Palazzo Ducale da dove erano state abbattute dai giacobini genovesi nel 1797; hai fatto suonare, dopo tanto silenzio, il campanone di "Paxo", donato e ricollocato lì dall’associazione genovese A Compagna.

Sai, caro Pericu, sono tutte richieste che io avevo fatto prima del Natale 1997, quando ero ancora consigliere comunale. Spero proprio che tu possa soddisfare un’altra mia lontana richiesta approvata anche dal Consiglio Comunale: far ritornare a Genova il rostro romano che appare ai piedi dello stemma del Comune e che i Savoia cattivi hanno portato a casa loro a Torino.

Ma la preghiera più sentita che ti voglio rivolgere è questa: tu che sei buono e che tutto puoi fai sì che i Genovesi non debbano risvegliarsi con un brutto inceneritore puzzolente sotto la Lanterna, il caro simbolo della nostra città che tanto amiamo.

Un ciao pieno di speranza.

FRANCO

Genova, 20 dicembre 1999