Dal professor Franco Bampi, attuale responsabile del
Dipartimento per i problemi del centro storico di Forza Italia, e consigliere
comunale di opposizione durante gli anni di "governo" della giunta
guidata da Adriano Sansa tra il 1993 e il 1997, riceviamo e volentieri
pubblichiamo:
Caro Pericu, Sindaco di Genova,
mi chiamo Franco Bampi e sono un bambino di 48 anni. Io sono stato un po’ cattivo
con te: non ti ho votato. Ma tu, che sei tanto buono, hai esaudito tre miei grandi
desideri. Ti sei impegnato a far sollevare le code dei grifoni che sorreggono lo
stemma di Genova, la croce rossa in campo bianco di San Giorgio, che Vittorio
Emanuele I di Savoia aveva fatto mettere tra le gambe; hai fatto ricollocare le
statue di Andrea Doria e di suo nipotino Gian Andrea sui due grandi piedistalli di
Palazzo Ducale da dove erano state abbattute dai giacobini genovesi nel 1797; hai
fatto suonare, dopo tanto silenzio, il campanone di "Paxo", donato e ricollocato lì
dall’associazione genovese A Compagna.
Sai, caro Pericu, sono tutte richieste che io avevo fatto prima del Natale 1997,
quando ero ancora consigliere comunale. Spero proprio che tu possa soddisfare
un’altra mia lontana richiesta approvata anche dal Consiglio Comunale: far ritornare
a Genova il rostro romano che appare ai piedi dello stemma del Comune e che i Savoia
cattivi hanno portato a casa loro a Torino.
Ma la preghiera più sentita che ti voglio rivolgere è questa: tu che sei buono e
che tutto puoi fai sì che i Genovesi non debbano risvegliarsi con un brutto
inceneritore puzzolente sotto la Lanterna, il caro simbolo della nostra città che
tanto amiamo.
Un ciao pieno di speranza.
FRANCO
Genova, 20 dicembre 1999
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