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La Stampa
Domenica 10 luglio 2005
PETIZIONE DEL MIL PER PORTARE LA SOTTERRANEA A SAMPIERDARENA
Metrò più ferrovia
Genova ora discute
Regione e Trenitalia: ok al potenziamento del nodo
Voltri-Brignole
Interventi per 622 milioni di euro, nuove stazioni e una «bretella»
Gli indipendentisti: lavori utili, ma la metropolitana è un'altra cosa
Marco Raffa
GENOVA
Metrò a Genova: si discute, si raccolgono firme. Ma almeno si ragiona su
qualcosa che, sia pure faticosamente e dopo mille intoppi, esiste e funziona.
E che potrebbe, nel giro di qualche anno, trasformare davvero le abitudini
dei genovesi (anzi, dei liguri che su Genova hanno interessi di lavoro, di
studio, di salute) in fatto di mobilità.
DALL'IRONIA ALLA REALTÀ Fino a qualche anno fa la Metro era un
argomento adatto per lazzi e battute tanto che i Buio Pesto, nella loro
hit-bandiera «Belinlandia», citavano «la metropolitana lunga un dito» ironizzando
sulla brevità (2,2 km) del tratto Brin-Di Negro, il primo a essere inaugurato
nel 1992. Oggi, grazie alle stazioni di De Ferrari, San Giorgio, Darsena e
Principe, la Metro genovese è una realtà che i genovesi hanno cominciato
ad apprezzare e a utilizzare per gli spostamenti cittadini anche su brevi
tratti, ad esempio come link ultraveloce tra il centro e la zona del Porto
Antico. Tanto utile che c'è chi, come il Movimento Indipendentista Ligure di
Franco Bampi e Vincenzo Matteucci, ha attivato un movimento d'opinione con
raccolte di firme e ispirando ordini del giorno delle amministrazioni perchè
la Metro possa arrivare anche a Sampierdarena e Cornigliano.
SAMPlERDARENA, PERCHÉ NO? Una proposta che ha avuto avalli autorevoli:
il 29 giugno, ad esempio, il Consiglio provinciale ha approvato all'unanimità un
ordine del giorno che impegna il presidente
Repetto e la giunta ad adoperarsi per promuovere la costruzione della linea
Di Negro-Sampierdarena, definita come «la più logica prosecuzione della tratta
esistente». D'altra parte - ricorda Vincenzo Matteucci - «nel progetto originario
del 1990 nella delegazione erano previste tre fermate, mentre il progetto del
1926 faceva partire i lavori proprio da Sampierdarena». È di pochi giorni fa
la mozione dei consiglieri diessini Bertolotto e Abbondanza, che hanno incassato
anche il parere positivo del presidente della circoscrizione Centro-Ovest,
Domenico Minniti. Finora solo parole e carte, ma almeno la volontà di una
fetta consistente di genovesi (Sampiedarena e Cornigliano sono «città nella
città») e dei loro rappresentanti è emersa chiaramente.
ARRIVA TRENITALIA Tutto bene, allora? Forse. Intanto c'è una novità.
La settimana scorsa in Regione è stato presentato il progetto di potenziamento
da parte di Trenitalia del nodo ferroviario genovese nel tratto Voltri-Brignole.
Un intervento, «benedetto» anche dal Consiglio comunale, che prevede il raddoppio
della ferrovia e la costruzione di nuove stazioni: un piano da 622 milioni di
euro che dovrebbe portare, con inizio lavori nel 2007 e fine nel 2012 a
trasformare il tratto di ferrovia esistente in una «metropolitana leggera»,
di superficie.
LA POLEMICA «Ben venga la sistemazione e la razionalizzazione della rete
genovese, ma per favore non contrabbandiamola per "metropolitana";
resterebbero più o meno le stesse stazioni, con treni un po' più frequenti».
Matteucci e Bampi. gli ispiratori del movimento «Metrò a Sampierdarena» spiegano
così le ragioni delle loro perplessità. «Chi prende tutti i giorni la metro da
Brin (Certosa) a De Ferrari capisce benissimo la differenza: dall'attuale
stazione metropolitana Di Negro fino a De Ferrari ci sono ben 5 stazioni che
danno la possibilità ad un bacino enorme di cittadini di potersi servire
della metropolitana. Con il progetto ferroviario, come si pensa di permettere
ai circa 85 mila abitanti che gravitano su Sampierdarena e Cornigliano di
servirsi dei treni per i loro spostamenti giornalieri? Diverso sarebbe
invece il discorso se, prolungando l'attuale metrò, fino almeno a Cornigliano,
venissero costruite almeno 6-8 stazioni intermedie, come appunto si è fatto
per il tratto Di Negro-De Ferrari che a lavori ultimati, ne avrà ben sei».
La metropolitana si distingue dalla ferrovia, concludono gli esponenti del
Mil, «proprio per la capillarità delle stazioni/fermate disseminate sul
territorio; soltanto così si può creare una vera alternativa al mezzo privato
o al mezzo pubblico di superficie, comunque inquinante e soggetto ai problemi
del traffico».
La stazione della Metro di De Ferrari: piace l'idea di
partire dal centro città
e in pochi minuti arrivare nel Porto Antico o a Principe
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