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Il Secolo XIX Martedì 4 aprile 2000

LA MEMORIA

Quel che resta del blocco navale

 

Ugo Foscolo capitano dei volontari, sopra Luigia Pallavicini

 

A parte i resoconti, i diari, di militari e civili, che forniscono un quadro dettagliatissimo dei "tempi del blocco", ben poco rimane oggi a ricordare quelle vicende. I luoghi, soprattutto, teatro dei combattimenti: il monte Fasce, Creto, la Madonna del Monte, Coronata. In città, il Palazzo Doria in piazza San Domenico (piazza De Ferrari), sede del quartier generale di Massena e oggi del Banco di Roma.

Nel Museo del Risorgimento, in via Lomellini, si conserva uno dei panini dell'assedio, fatto di crusca, mandorle pestate e altro, legato con il miele, ricetta che forse ha lasciato una traccia nel pandolce genovese. Ma ciò che appare sorprendente è che durante l'assedio sia nata una poesia immortale: l'ode A Luigia Pallavicino caduta da cavallo, di Ugo Foscolo componimento che è un inno alla bellezza e un canto d'amore d'amore. Venne scritta dal poeta di Zante, allora capitano dei volontari cisalpini, in una locanda dove rimase degente per parecchi giorni in seguito ad una ferita riportata durante un attacco alla collina di Coronata. I versi del Foscolo entrarono poi a far parte de un libriccino "Omaggio" che riunì i componenti di diversi ufficiali-poeti presenti all'incidente in cui la bellissima marchesa aveva riportato gravi ferite al volto.

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