Massena ai genovesi: non vi dimenticherò

La resistenza di Massena a Genova contribuì certamente alla vittoria di Marengo se non altro logorando le truppe di Melas e ritardando la data dello scontro decisivo. Ma eroismi, sofferenze, sacrifici naufragarono nell'apoteosi del 14 giugno.

Due mesi dopo la conclusione dell'assedio, i genovesi pensarono di commemorare quei giorni tristissimi e invitarono Massena, che si trovava a Milano. Il generale rispose con una lettera che fu l'unico vero encomio toccato ai genovesi: «Io avrei rivisto con il più vivo interesse questa città ormai celebre per l'eroica costanza con cui i suoi abitanti hanno sofferto privazioni di ogni specie, durante un assedio nel corso del quale il nemico prendeva di mira la città come l'Armata. Io non dimenticherò giammai gli sforzi generosi che questo popolo ha compiuto tanto per difendere la sua indipendenza quanto per attaccamento a me; nell'esprimergli i miei sentimenti di gratitudine, fategli sapere anche i voti che io formula per la prosperità e la tranquillità interna del paese. Io consacrerò da oggi a mantenere questa tranquillità, le armi che ho tanto spesso impiegato a difenderla».

In effetti la maggior parte dei genovesi, anche nei momenti peggiori, era rimasta fedele a Massena e alla causa repubblicana. C'erano state manifestazioni di protesta, soprattutto per la mancanza di viveri, ma durante i combattimenti intorno alla città molti cittadini si erano prodigati nel soccorso ai feriti, portando generi di conforto e raccogliendo i più gravi con le portantine private. Alcune dame (Antonietta Costa, Felicina Tealdi, Teresa Parodi, Collinetta Durazzo) avevano provvisto gli ospedali militari di faldelle, bende e filacce per i feriti. Anna Brignole Sale aveva fatto curare, a casa sua, a Palazzo Rosso, il colonnello Mouton, salvandogli la vita.

A.R. (Antonino Ronco)

Il generale francese Andrea Massena

Il generale Massena respinge l'intimazione di resa

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