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Il Giornale
Domenica 19 dicembre 2004
Il principe siede a tavola con i poveri
Emanuele Filiberto e Clotilde hanno visitato
la chiesa con le vittime di La Marmora
Poi i principi servono a tavola alla
mensa dei poveri del Padre santo
MONICA BOTTINO
Principe per tutta la vita, cameriere per un giorno. Emanuele
Filiberto di Savoia era ieri a Genova per un'iniziativa di
solidarietà realizzata insieme ai frati cappuccini del santuario
del Padre Santo, sopra la zona di Corvetto. Nel convento c'è una
mensa per poveri e senza tetto e il principe Emanuele Filiberto,
tramite le Opere ospedaliere internazionali dell'Ordine dei SS.
Maurizio e Lazzaro, ha stabilito di donare venti giorni di pasti
caldi fino alla fine delle festività. Il principe, in jeans e
giacca blu, si è presentato ieri in città accompagnato dalla famiglia:
la moglie,l'attrice francese Clotilde Courau, e la piccola Vittoria
che sta per spegnere la prima candelina.
Due principi a spasso per Genova, con la loro piccola, quasi
una giovane famiglia come tante. Se non fosse che i loro nomi
sono indissolubilmente legati alla storia della nostra terra e la
giornata di ieri ha idealmente segnato anche una riconciliazione
tra la casa Savoia e la nostra città (ma mai i Savoia hanno
mostrato alcuna volontà di riconciliazione! Anzi il padre Vittorio
Emanuele ha affermato: «Non
vedo perché dovrei essere responsabile di una vicenda del 1860»,
ndr). Riconciliazione attesa da 155 anni, da quando
cioè i bersaglieri dei Savoia sotto la guida del generale La
Marmora repressero nel sangue la ribellione dei genovesi che non
volevano essere annessi al regno sabaudo. I genovesi pagarono
duramente il desiderio di indipendenza e le vittime del massacro
sono ancora sepolte proprio in una cripta della chiesa del Padre
Santo, a pochi metri da piazza Corvetto, dove c'è la, statua di
Vittorio Emanuele II, il re che autorizzò la repressione.
Dopo una tappa alla fondazione Regina Elena, che ha sede in via
XX Settembre, ieri mattina il principe si è avviato proprio verso
il santuario dove ha portato anche la moglie (che sfoggiava sotto
il trench beige e i jeans un paio di scarpe giallo canarino
a tacco alto) e dove lo attendevano padre Mariano e padre Luca,
responsabili della mensa. I principi entrambi sorridenti, consumati
vip, hanno fatto visita alla chiesa dove, poco prima si era appena
conclusa la celebrazione di un matrimonio. L'arrivo di Emanuele
Filiberto e Clotilde ha scombussolato non poco sposi e invitati
che, dopo qualche minuto di confusione, non hanno perso l'occasione
di una foto ricordo alla quale i principi non si sono sottratti.
Gentilissimo e senza perdere mai la pazienza nemmeno sotto l'assalto
dei giornalisti più pungenti, Emanuele Filiberto ha poi raccontato
il senso dell'iniziativa che «porterò in altre città d'Italia». «A
Natale chi è solo è ancora più solo - ha detto il principe -, per
questo motivo è ,importante che soprattutto nelle festività ci sia
a loro disposizione un buon pasto caldo. So di non fare una cosa
nuova, per certi versi gli anziani le hanno sempre fatte queste
iniziative, ma penso che magari vedere un giovane che si muove in
questo senso sia di stimolo ai giovani». A chi gli chiedeva cosa
avrebbe detto a chi lo aspettava a tavola il principe ha risposto
«Non ho bisogno di dire niente, a volte basta uno sguardo. Qui non
si tratta di dire, ma di fare».
La mensa dei frati sfama dalle trenta alle settanta persone ogni
giorno: il menù è dettato dalla disponibilità del momento, ieri è
stata servita una minestra di carote, zucchine e pasta, arrosto e due
mandarini. «La fondazione con il principe ci hanno inviato dieci
tonnellate di pasta e andremo avanti bene tutto l'anno - spiegano i
due frati - certo, però serve l'aiuto di tutti, la pasta da sola non
basta e serve dell'altro». Ieri qualche momento di agitazione si è
vissuto a causa delle numerose telecamere che seguivano i principi:
non tutti gli avventori della mensa sono disponibili a farsi
immortalare. Qualcuno è straniero senza documenti, altri sono stati
ridotti allo stato di indigenza soltanto recentemente e non sono
abituati ad essere poveri. Perché l'emergenza cresce e l'appello è
rivolto a tutte le persone di buona volontà Non solo ai principi.
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IL PRINCIPE E IL POVERO Emanuele Filiberto di Savoia a tavola
con i senzatetto alla mensa di Padre Santo (Foto: Maccarini)
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