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Home > Giacobini a Genova: aprile 1797 > Stralci dalla presentazione della mozione in Consiglio Comunale

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Riporto qui sotto alcuni stralci del mio intervento di presentazione della mozione commemorativa dei fatti che accaddero a Genova nell'aprile del 1797. I punti del dispositivo della mozione furono votati con due votazioni separate:

lettere (i) e (ii): votazione effettuata alle ore 17.04: approvate

PRESENTI 0034
FAVOREVOLI 0029
CONTRARI 0001
ASTENUTI 0003
PRESENTI NON VOTANTI 0001

lettere dalla (iii) alla (viii): votazione effettuata alle ore 17.07: non approvate

PRESENTI 0033
FAVOREVOLI 0011
CONTRARI 0018
ASTENUTI 0003
PRESENTI NON VOTANTI 0001

Dalla trascrizione della registrazione magnetofonica del mio intervento in Consiglio Comunale

Ho presentato questa mozione perché 200 anni fa, tra il 5 e il 14 di giugno del 1797, la Repubblica di Genova nell'ordinamento vigente dal 1576 veniva sostituita con la Repubblica Democratica Ligure e con una nuova costituzione di ispirazione napoleonica.

Per presentare questa mozione ho convocato, due venerdì fa, una conferenza stampa a Palazzo Ducale presso la «buca dei biglietti di calice», tuttora presente. (...) i biglietti di calice erano proteste, delazioni, informazioni spessissimo anonime che venivano indirizzate a questa suprema Magistratura (i Supremi Sindicatori, ndr)

(...)

Il 20 maggio 1797 cominciano i primi tumulti di ispirazione giacobina in Genova e culminano nel 22 maggio con un tumulto generale (...) Moltissimi in quel periodo hanno utilizzato la coccarda, tanto è vero che quella primavera è nota come «primavera delle coccarde».

Un biglietto di calice di allora recita: «Il timore che incute chiunque porti la coccarda tricolore e l'esempio di Venezia - in quel momento era in corso la campagna napoleonica di Italia e quindi la Serenissima Repubblica di Venezia stava cadendo ed era in procinto di essere ceduta all'Austria - sono motivi che hanno indotto a rassegnare alle Signorie Vostre lo stato critico in cui si trova il dominio serenissimo, quest'ultimo intendendo Genova». Quindi la coccarda era un simbolo giacobino che incuteva terrore.

(...) siccome le coccarde sono state un simbolo negativo, o almeno vissuto negativamente come indica questo biglietto di calice, anch'io farò un atto simbolico e cioè ho preparato una coccarda nera che indosserò in segno di lutto per quello che è successo in questi periodi per tutta la seduta.

(...)

Riporto in testa alla mozione un simbolo e un sigillo. Il sigillo ha il motto latino che è il primo motto latino certamente noto della Repubblica di Genova: «GRIPHUS UT HAS ANGIT SIC HOSTES JANUA FRANGIT». Questo motto latino dice sostanzialmente: «Così come il grifone ha le unghie in questo stesso modo affligge e graffia i nemici di Genova». E i nemici di Genova erano l'aquila imperiale, che è la prima graffiata dal grifone, e sotto la volpe pisana. Questo significa che sima prima della battaglia della Meloria che risale al 1284 e infatti questo sigillo è usualmente databile intorno al 1250.

Faccio presente (...) che quando i vigili urbani si vestono con l'abito da gonfaloniere per portare appunto il gonfalone di Genova hanno sulla maglia di velluto, ricamato in maniera dorata, esattamente questo motto.

(...)

Altra cosa che accade è il fatto che la Repubblica Democratica Ligure provvede a dichiarare che i beni ecclesiastici di qualunque natura sono beni della nazione e che la nazione, in caso di bisogno, può destinare questi beni ad altri usi. Proprio perché questi fatti sono successi dispiace leggere sul «Il Lavoro» di mercoledì 9 aprile quanto Padre Giacomo Grasso, un sacerdote domenicano e quindi una persona che dovrebbe anche tutelare altri aspetti esteriori della chiesa e del clero, scrive: «Sono questi mesi nei quali, nel 1797, finì la sua storia la ormai anacronistica Repubblica oligarchica di Genova e della Liguria. L'Italia intera entrava finalmente nel clima delle libertà costituzionali», dove la libertà era quella di avere la confisca dei beni ecclesiastici.

(...)

La genovesità, il riconoscersi cittadini di Genova e, diciamolo chiaro, cittadino di Genova - io non ho dubbi - penso sia quello che intendevano i genovesi ossia colui che ha scelto Genova come propria dimora, questo è il cittadino di Genova. (...) La genovesità vive, sopravvive. Il Congresso di Vienna dà una batosta piuttosto grave ai genovesi mediante lo scioglimento del Banco di san Giorgio (...) Per questo scioglimento i genovesi pretendono di essere pagati con una moneta del 1796 stampata nel 1815, un chiaro anacronismo storico segnalato da un asterisco al posto di un pallino che contornava la data della moneta stessa.

(...)

Una cosa mi preme dire. Napoleone fa la prima campagna d'Italia: nel novembre del 1796 fonda la Repubblica Traspadana; tra il dicembre 1796 e il gennaio 1797 fonda la Repubblica Cispadana, dove viene adottato per la prima volta il tricolore bianco, rosso e verde; il 9 luglio 1797 fonde le due Repubbliche e forma la Repubblica Cisalpina. Mai Napoleone pensò di mettere tra una Repubblica Padana la Repubblica di Genova, tanto è vero che la mantenne come Repubblica Democratica Ligure e mantenne l'autonomia fino all'ultimo, ossia finché i Savoia non la incorporarono nel Regno di Sardegna. Napoleone si rendeva conto che la realtà ligure era una realtà sicuramente diversa, differente da quella che poteva essere la realtà di tutta la pianura padana e delle repubbliche che allora vi insistevano.

(...)

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