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Cronologia dei plebisciti in Italia

Riveste particolare interesse avere a disposizione una cronologia precisa di come avvennero i plebisciti in Italia, dapprima quelli di annessione al Regno di Sardegna e poi quelli di annessione al Regno d'Italia.

  • Annessione d'imperio della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna
    • 7 gennaio 1815 - In un proclama ai genovesi il comandante delle truppe britanniche annuncia che Genova e la Liguria passano sotto il governo del luogotenente generale Ignazio Thaon de Revel, amministratore dello Stato Genovese in nome di Vittorio Emanuele I, re di Sardegna.
    • Nessun plebiscito sancì l'annessione d'imperio: i Savoia temevano che i Genovesi avrebbero votato contro l'annessione?
  • Plebisciti di annessione al Regno di Sardegna
    • 9 maggio 1848 - A Modena una riunione di cittadini nella sala municipale delibera l'unione della città al Regno di Sardegna.
    • 10 maggio 1848 - Piacenza vota l'unione al Regno di Sardegna.
    • 12 maggio 1848 - Il governo provvisorio di Milano indice un referendum per deliberare circa l'annessione al Piemonte.
    • 24 maggio 1848 - Il Ducato di Parma vota l'annessione al Regno di Sardegna. Su 39.000 votanti si esprimono a favore dell'annessione al Piemonte 37.250, per Carlo II di Borbone 1.100, per l'annessione allo Stato Pontificio 500, per la repubblica 1.
    • 8 giugno 1848 - La Lombardia vota per l'annessione al Regno di Sardegna. Su 661.626 maschi maggiorenni votante si pronunciano per l'unione 661.002. Anche Vicenza vota a grandissima maggioranza per l'annessione.
    • 4 luglio 1848 - L'Assemblea nazionale di Venezia vota a grande maggioranza l'annessione al Piemonte. Si oppone invano il repubblicano Daniele Manin, che rifiuta di far parte del governo provvisorio.
    • 14 agosto 1859 - Il governo provvisorio di Parma indice un plebiscito per l'annessione al Regno di Sardegna che darà una maggioranza di 63.167 voti contro 504. Tale plebiscito, che si svolgerà in due tornate, il 14 e 21 agosto, non avrà tuttavia valore ufficiale e il governatore straordinario piemontese Luigi Carlo Farini decreterà l'istituzione di un'assemblea eletta da tutti i cittadini al di sopra dei ventun anni capaci di leggere e scrivere, con il compito di votare una mozione di decadenza della dinastia borbonica e di annessione al Regno di Sardegna.
    • 20 agosto 1859 - L'Assemblea Toscana approva all'unanimità l'unione al Piemonte e raccomanda il proprio voto alla protezione di Napoleone III ed dell'Inghilterra. Il 16, all'inizio dei lavori, aveva dichiarato decaduta per sempre la dinastia lorenese. Fra i membri dell'Assemblea si assentano per il voto soltanto l'unico repubblicano dichiarato, Giuseppe Mazzoni, e Giuseppe Montanelli, che nel frattempo è passato su posizioni bonapartiste ed è fautore di un regno dell'Italia centrale sotto il principe Giuseppe Napoleone.
    • 21 agosto 1859 - L'assemblea Modenese, eletta sulla base di una legge elettorale che concede il diritto di voto a tutti i cittadini maggiori di ventun anni che sappiano leggere e scrivere, delibera all'unanimità l'unione delle province modenesi al Regno di Sardegna.
    • 11-12 settembre 1859 - L'Assemblea parmense eletta secondo la modalità dettate dal governatore piemontese, approva all'unanimità la decadenza della dinastia dei Borboni di Parma e l'annessione delle province parmensi al Regno di Sardegna.
  • Cessione di Nizza e Savoia alla Francia
    • 12-14 marzo 1860 - Un accordo franco-piemontese per la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, come compenso per la benevolenza francese verso le annessioni dell'Italia centrale, è concluso. Tale cessione deve avvenire con l'accordo delle popolazioni interessate, che verranno chiamate a esprimere con il voto la loro volontà. L'accordo sarà ratificato il 24 marzo e reso pubblico a Parigi e a Torino il 30 marzo. Molti esponenti della destra conservatrice e della sinistra anticavouriana giudicheranno il trattato un «ignobile mercato», che prova il totale asservimento del governo cavouriano alla Francia di Napoleone III. In Particolare la cessione di Nizza provocherà un ulteriore irrigidimento nei rapporti tra Cavour e Giuseppe Garibaldi, che proprio a Nizza, sua città natale, era stato eletto deputato.
    • 15 e 22 aprile 1860 - Si svolgono a Nizza e in Savoia la votazioni per l'annessione alla Francia. A Nizza su 29.149 iscritti votano 24.608 dei quali 24.448 favorevoli all'annessione e 160 contrari. In Savoia su 135.449 iscritti, votano 130.839, di cui 130.583 favorevoli all'annessione e 235 contrari. L'esito dei due referendum lascerà una scia di polemiche per il totale abbandono delle due regioni da parte delle autorità sabaude che per prime avevano invitato i sudditi a votare per l'annessione alla Francia. Il 29 maggio e il 10 giugno la Camera e il Senato torinesi ratificheranno a grande maggioranza la cessione dei due territori.
  • Plebisciti di annessione per la costituzione del Regno d'Italia
    • 11-12 marzo 1860 - Sono indetti in Emilia e in Toscana i plebisciti per scegliere fra l'annessione alla monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II e un regno separato. Hanno diritto di voto tutti i cittadini maschi che abbiano compiuto ventun anni e godano dei diritti civili. In Emilia su 526.218 iscritti votano 427.512 (81,1%), dei quali 426.006 a favore dell'annessione, 756 per il regno separato e 750 nulli. In Toscana su 534.000 iscritti, votano 386.445 (73,3%), dei quali 366.571 a favore dell'annessione, 14.925 per il regno separato e 4.949 nulli. I risultati dei plebisciti saranno solennemente presentati a Vittorio Emanuele II rispettivamente il 18 e il 22 marzo e le due regioni saranno dichiarate parti integranti del Regno di Sardegna.
    • 21 ottobre 1860 - Un plebiscito sull'annessione al Piemonte si svolge nel Regno delle Due Sicilie. Nel continente su circa 1.650.000 iscritti nelle liste elettorali (su una popolazione di 6.500.000 abitanti) i votanti sono 1.312.366 (79,5%) di cui 1.302.064 favorevoli e 10.302 contrari. In Sicilia su circa 575.000 iscritti (su 2.232.000 abitanti) i votanti sono 432.720 (75,2%), di cui 432.053 favorevoli e 667 contrari.
    • 4 novembre 1860 - Si svolgono nelle Marche e nell'Umbria i plebisciti per l'annessione. Nelle Marche su circa 212.000 iscritti i votanti sono 134.977 (63,7%), i voti favorevoli 133.765 e i contrari 1.212. Nell'Umbria su 123.000 iscritti i votanti sono 97.708 (79,4%), i voti favorevoli 97.040, quelli contrari 308. I risultati saranno solennemente presentati a Vittorio Emanuele II a Napoli il 22 novembre.
    • 26 febbraio 1861 - Il Senato italiano approva con 129 voti contro 2 la mozione che conferisce al Vittorio Emanuele II e ai suoi discendenti il titolo di re d'Italia. È ritirato un emendamento che proponeva di aggiungere la formula «per provvidenza divina e per voto della nazione». La legge sarà approvata per acclamazione dalla Camera il 14 marzo e promulgata il 17 marzo 1861.
    • 21 ottobre 1866 - Si svolge nel Veneto il plebiscito per sancire l'unione al Regno d'Italia. Su 647.426 votanti (su una popolazione di 2.603.009 abitanti) i voti contrari sono solamente 69.
    • 2 ottobre 1870 - Un plebiscito sanziona l'annessione di Roma e del Lazio al Regno d'Italia. Su 167.548 cittadini iscritti alle liste elettorali i votanti sono 135.188, i voti favorevoli 133.681 e i contrari 1.507.
    • 9 ottobre 1870 - Un decreto del governo italiano accetta i risultati del plebiscito, riserva al papa il riconoscimento di prerogative sovrane e assicura che un'apposita legge fisserà franchigie territoriali e garanzie del libero esercizio del potere spirituale.
    • 1 novembre 1870 - Pio IX emana l'enciclica Respicientes, nella quale dichiara «ingiusta, violenta, nulla e invalida» l'occupazione italiana dei territori della Santa Sede, denuncia la condizione di «cattività» del pontefice, che non può esercitare liberamente e sicuramente la suprema autorità pastorale e scomunica il re d'Italia e tutti coloro che hanno perpetrato l'usurpazione dello Stato Pontificio.

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