Il plebiscito a Poggio Imperiale
È questo un libro in cui viene descritto come avvenne il plebiscito in Poggio Imperiale. Riporto qui alcuni stralci tratti da questo scritto.
[ Inizio pagina ] Il Decreto di indizione del PlebiscitoL'8 ottobre 1860 su proposizione del Ministro dell'Interno, Raffaele Conforti, il Consiglio dei Ministri stabiliva il plebiscito, decretando: Art. 1 Art. 2 Art. 3 Art. 4 Art. 5 Art. 6 Art. 7 Art. 8 Art. 9 Archivio di Stato di Foggia: Polizia I/S, B. 181, f.2016
[ Inizio pagina ] Il votoLa fatidica data del voto si avvicinava e i preparativi proseguivano alacremente. Il 14 Ottobre infatti, «in un pacco suggellato», il Sindaco di Poggio Imperiale riceveva «i bollettini destinati per esprimere la votazione sul plebiscito». Essi risultarono così suddivisi: ottocento bianchi con al centro impresso il «SI» e quattrocento rossi con impresso «NO». Come mai da Foggia non vennero distribuiti equamente i bollettini? Forse l'esito del voto era già stato deciso? (...) A Poggio Imperiale le funzioni elettorali si tennero nella sala comunale e ogni cittadino ammesso al voto doveva «essere latore di una tessera indicativa del suo nome e cognome, e della ritenuta sua qualità di capace nello esercizio di quel dritto politico». Le operazioni di voto, come ho già detto, espresso in modo palese, si svolsero nella massima correttezza e tranquillità e una volta ultimate, l'urna contenente i bollettini scelti, chiusa e suggellata, venne inviata a Foggia e consegnata alla Giunta Provinciale, la quale il 29 Ottobre successivo effettuò lo scrutinio, determinando per Poggio Imperiale il seguente clamoroso risultato: Votanti 278: SI 72 - NO 206. Poggio Imperiale, unico paese del distretto di San Severo, rigettava il plebiscito. (...) Riguardo l'annessione, e lo fecero notare molti osservatori equanimi, da parte dell'opinione pubblica non vi era stato un giudizio nettamente positivo..., difatti anche Carlo Luigi Farini, Luogotenente del Re a Napoli, scriverà più tardi a Cavour: «Altro che Italia! questa è Africa. I beduini a riscontro di questi cafoni sono fior di virtù civile».
[ Inizio pagina ] La conclusionePoggio Imperiale, anche se a malincuore, accettò il nuovo sistema, ma non dimenticò i Borboni. Non dimenticò la fedeltà prestata ai Sovrani napoletani durante i fatti di San Severo del 1799. Non dimenticò coloro che nel 1816, separandolo da Lesina, lo resero indipendente elevandolo a Comune autonomo. A perenne ricordo di questa significativa e inconsueta vicenda, i nostri avi coniarono una massima che ancora oggi è ricordata con mestizia dai nostri padri: Sò viste 'na cose appese, sacce s'jève ciucce o
piamuntese!
[ Inizio pagina ] Il commentoGli sconvolgimenti politici che hanno caratterizzato questi ultimi anni di vita repubblicana porterebbero più di uno ad imprecare contro i fautori che, lo scorso secolo, si prodigarono per realizzare quella tanto sospirata unità nazionale. Certamente quello proclamato dal Parlamento a Torino il 17 Marzo 1861, era uno Stato tutto nuovo consacrato dai vari plebisciti, indetti questi, per dimostrare alle grandi potenze europee una illusoria volontà unitaria che, in un certo qual modo, mancava nel popolo italiano e, in particolare, nei sudditi del Regno di Napoli. (...) Sull'onda di tanto entusiasmo per l'unificata nazione, di lì a poco, un'atroce tragedia stava per abbattersi sul neonato Stato italiano. Una vera e propria guerra civile, frutto appunto dell'unità, che ha causato lutti e rovine nella maggior parte delle famiglie meridionali, liquidata dai piemontesi con l'epiteto di «brigantaggio». [ Inizio pagina ] |