VII.
IL POPOLO E SAN GIORGIO
(1849).
A Silvio, nipote di Didaco
Pellegrini.
Grida il popolo: «il re or ti costringe
al desio di Radeschi, o libertą»
e alcun gagliardo i campanili attinge
a contar la novella a la cittą.
O libertą, da' vecchi campanili
la novella rimbomba e batte ai cuor:
il popol morirą per la tua gloria!
E la guglia di Pre per i sottili
marmi altro rombo, ecco, gią rigghia fuor.
San Giorgio chiede da una porta: i D'oria
cacciano i Fieschi ancor per la cittą?
No, santo, il popol tuo, alacre artiere,
per libertą s'č fatto cavaliere.
- Avanti! - E per le vie di morti ingombre
la repubblica scende e in mezzo l'ombre
de la muta dogal darsena sta
Genova, Marzo
1905 |