Alessandro De Stefanis
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Il Secolo XIX Domenica 18 gennaio 2004

Alessandro De Stefanis
studente sulle barricate

Alessandro De Stefanis, aveva 24 anni, savonese, studiava all'Università di Genova. Fu tra i capi dell'insurrezione della città. Aveva valorosamente combattuto nell'infausta campagna del 1848, guadagnandosi la medaglia d'onore sul campo di Custoza. In quei giorni aveva conosciuto Goffredo Mameli, del quale era diventato fraterno amico.

La mattina del 5 aprile, De Stefanis si trovava fra i difensori del Forte Begato. Usci con alcuni compagni in avanscoperta e venne sorpreso dal nemico che stringeva il forte in una morsa. Si accese uno scambio di fucileria, De Stefanis venne colpito ad una gamba. Riuscì a trascinarsi, strisciando, fino ad una cascina. I piemontesi lo trovarono disteso a terra, inerme. Si accanirono su di lui, a calci e pugni. Invano il giovane invocò la morte come una liberazione. Venne abbandonato per due giorni in quello stato pietoso, senza acqua né cibo. Infine un ufficiale che aveva militato con lui sui campi di battaglia della 1° guerra d'Indipendenza, mosso a pietà, lo fece trasportare in ospedale e da lì, a casa sua, dove De Stefanis spirò il 4 maggio, dopo un mese di atroci sofferenze.

Il ricordo delle violenze di quei giorni è rimasto vivo nelle coscienze dei genovesi più consapevoli. Nel 1994 il raduno nazione dei Bersaglieri, a Genova, trovò l'opposizione di alcuni, tra i quali l'allora consigliere comunale Franco Bampi, che chiese conto al sindaco di aver concesso proprio ai bersaglieri le strade e le piazze di una città che dai bersaglieri venne oltraggiata e offesa. La querelle si concluse con un gesto di riappacificazione da parte dei Fanti Piumati. Il 7 maggio 1994 una delegazione, guidata dal presidente nazionale, Gianni Romeo, si recò alla chiesa di Nostra Signora di Loreto, in Oregina, e depose una corona di alloro sulla lapide che ricorda il sacrificio di Alessandro De Stefanis. Un gesto di riconciliazione nazionale, una richiesta sommessa di perdono che non cancellano la storia ma chiudono una pagina dolorosa.

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