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La Repubblica
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Lettera inviata a La Repubblica e mai pubblicata
Replica al prof. Assereto
Genova, 23 novembre 2008
Vorrei brevemente replicare all’amico e collega prof. Giovanni Assereto, che mi
chiama in causa esplicitamente, in relazione alla targa che il Comune di Genova
scoprirà mercoledì 26 novembre. Comincio con la forzata (e illegittima) annessione
stabilita dal Congresso di Vienna che Assereto attribuisce alle “scelte che vennero
fatte dai patrizi genovesi” quando decisero, con un plebiscito ridicolo, l’annessione
alla Francia. Ricordo che Napoleone fu un ciclone irresistibile e che quasi tutta
l’Europa (Piemonte incluso) finì annessa alla Francia: il Congresso di Vienna fu
fatto proprio per ristabilire le sovranità esistenti prima del 1797 quando anche la
Serenissima Repubblica di Genova era indipendente e sovrana. E quale stato sovrano
partecipò al Congresso di Vienna che decise comunque di sopprimerla (anche per
eliminare i grandissimi debiti che le case regnanti d’Europa avevano con i genovesi)
nonostante la fiera e puntuale opposizione del legittimo governo presieduto da
Gerolamo Serra come dimostrano gli amplissimi carteggi diplomatici facilmente
reperibili su Internet. Non vedo davvero quale sia la responsabilità della classe
patrizia: fu il tradimento (di fatto) degli inglesi e della massoneria inglese che
ci consegnò ai Savoia!
Nel ponderoso libro sulla storia di Genova pubblicato nel 2003 dalla Società Ligure
di Storia Patria trattando del Sacco del 1849 l’amico Assereto
scrive:
“Invece tutto sta a testimoniare il carattere separatista dell'insurrezione, il
feroce sentimento antipiemontese che lo animò”. Caro Giovanni, quale legame tra i
due episodi citati nella lapide potrei io trovare che sia migliore delle tue stesse
parole?
Franco Bampi
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