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Il Giornale
Martedì 30 agosto 2005
Quello stemma «tradito» dal computer
Faccio riferimento alla mia lettera
pubblicata sul vostro quotidiano il 23/08/05 pag. 40 ed alla
sottostante fotografia. Lo stemma raffigurato non è ancora
quello della Repubblica ma bensì quello della Città di Genova.
Lo stemma della Repubblica si differenzia in quanto è sormontato
dalla corona reale anziché quella ducale e le code dei grifoni
sono rivolte verso l’alto. Se qualche vostro lettore fosse
interessato ad ammirare il vero stemma della Repubblica di Genova
dovrebbe recarsi a Palazzo Ducale, salire la prima rampa dell’ampia
scala che porta ai piani superiori e quindi prendere la rampa di
destra. In cima, sullo sfondo, troverà un grande affresco che
riproduce l’autentico stemma della gloriosa repubblica. Cordiali
saluti.
Carlo Aliverti
Dai nostri lettori - una famiglia! - pretendiamo sempre tanto.
Proprio come da una famiglia. In particolare: che siano fedeli e
attenti nel segnalarci fatti, situazioni, magagne individuali e
collettive, e, contemporaneamente, che siano indulgenti nel perdonare
le nostre, di magagne, a volte inevitabili e «figlie» del computer.
Per questo diciamo che i nostri lettori sono un patrimonio di passione,
entusiasmo e partecipazione che ci fa onore e costituisce - lo ripete
spesso e volentieri il caporedattore Lussana - un fenomeno forse unico
nel panorama editoriale. Un fenomeno, una famiglia di cui fa parte a
pieno titolo anche Lei, caro ragionier Aliverti, che, sul «caso»,
guarda caso, ha perfettamente ragione. Prima siamo scivolati, diciamo
così, sullo stemma del Regno sabaudo, poi su quello del Comune, mentre
il riferimento giusto sarebbe stato: lo stemma della Repubblica di
Genova (lo pubblichiamo a fianco, versione Mil-Movimento indipendentista ligure,
come dire: la Bibbia della tradizione, vedi ns. articolo del 16/2/2001). Facciamo ammenda.
È ben vero che, per un genovese doc, «riso raeo», pure la foto della
Tavola del Polcevera sarebbe uno stemma, un simbolo autentico, una
«bandiera» di appartenenza e, quindi, di genovesità. Ma tant’è, giusto
riconoscere che le Sue rettifiche, caro Ragionier Aliverti, sono
ineccepibili, e che le Sue parole sono, in qualche modo, una bella
gratificazione e un incitamento a fare sempre meglio. Parole, comunque
- non nascondiamoci dietro la diplomazia -, che pesano come piombo.
Anche se il piombo, in tipografia, non usa più, e ora domina incontrastato,
negli articoli e nelle foto, quel birichino del computer.
[FeR] (Ferruccio Repetti)
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GENOVA DOC Il vero stemma della Repubblica di Genova:
lo scudo è sormontato dalla corona reale
e le code dei grifoni sono rivolte verso l’alto
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