Il caso
I dati che vedono la nostra regione staccata
dal resto del Nord non tengono conto di quanto rendono allo
Stato le banchine
E il porto ligure ribalta la classifica
"federalista"
per ogni ligure un "credito" di mille euro
"Se alla Liguria
non resterà
almeno l'80% delle
tasse portuali
qualsiasi battaglia
sarà persa in partenza" |
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IL DATO lascia a bocca aperta: se la Liguria -
nella hit parade del federalismo fiscale - è ad uno degli ultimi
posti (ognuno di noi riceve ogni anno dal "centro" 1089 euro in
più di quel che versa), nel caso in cui le tasse portuali
rimanessero in Liguria, la situazione si capovolgerebbe: ogni
ligure potrebbe "vantare" un credito di 975 euro versati in più
rispetto a quanto ricevuto (sempre a testa). All'articolo sul federalismo fiscale
(pubblicato il giorno di Ferragosto a pagina 3) risponde il
presidente del Movimento Indipendentista Ligure, Vincenzo
Matteucci: «L'ottimo articolo di Aldo Lampani su Repubblica
deve aprire una importante discussione perché non si tiene conto
della "particolarità" della Liguria, la cui economia è
prevalentemente marittima. Uno studio della Bocconi del marzo
2007 e numerosi articoli di giornali hanno riportato la notizia
che i porti liguri "rendono" allo Stato italiano circa 4-5
miliardi di Euro all'anno di "tasse portuali". Sul sito
www.mil2002.org/battaglie/porto.htm ci sono tutte le
relative notizie, con riportati in fondo anche gli articoli. Se
nel federalismo fiscale non si tiene conto di questo e quindi
della possibilità che alla Liguria resti almeno l'80% di tali
tasse portuali, per la Liguria la "partita" sul federalismo è
perduta in partenza. Teniamo presente che tutte le attività
portuali, oltre che rendere 4-5 miliardi di Euro all'anno,
"provocano" alla Liguria un inquinamento notevole per i traffici
dei Tir e i fumi delle navi nei nostri porti che, con i venti di
mare, si riversano sulle nostre città portuali. Quindi decidere
di «lasciare» alla Liguria almeno l'80% delle tasse portuali,
sarebbe anche un giusto «risarcimento per i danni ambientali».
Certo l'introito dell'80% dei diritti e delle tasse portuali
raddrizzerebbero in buona parte i conti della Liguria,
trasformandola in un piccolo, ma piccolo, Trentino. Però nel
gioco del federalismo fiscale, a questo super introito farebbe
inevitabilmente seguito un tagli di pari importo in provvidenze
dal Centro. La solidarietà fra Regioni - di cui oggi la Liguria
beneficia - permarrebbe a favore di altre regioni. La
demanialità delle aree portuali sussiste ed il porto di Genova
"lavora" per i transiti da e per tutte le Regioni d'Italia e per
conto di tutte queste "drena" imposte. Valido sarebbe, invece,
il quantificare il danno da inquinamento che il transito
comporta, estrapolandolo dal riversamento, e mettendolo a
disposizione dell'ambiente e dei suoi cittadini.
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