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Il Secolo XIX - Domenica 15 luglio 2007

 

DITELO AL DIRETTORE

In questa finta collaborazione
noi possiamo solo rimetterci

Leggo la risposta del governatore della Liguria Claudio Burlando sul Secolo XIX e, francamente, non mi convincono affatto le sue motivazioni. La realizzazione di una macroregione presuppone, che lo si voglia o no, dei rapporti di forza. La creazione di società comuni alle due regioni per la gestione di servizi genera il problema del luogo ove tali società avranno sede, non solo per una questione economica ma ancheper il semplice prestigio che una città assume ospitandola. Un comune cammino di pubblicizzazione culturale ligure piemontese non può poi che mettere a nudo l’impari risultato a favore del Piemonte, dal momento che gli ottocentomila crocieristi che il governatore cita sbarcano a Savona, in Liguria, e tanto Savona quanto il suo territorio non hanno alcun vantaggio nel pubblicizzare il tartufo d’Alba (che ringrazierà non potendo sufficientemente contraccambiare). Così facendo, la Liguria diverrà la porta del Piemonte, come accade già oggi con le gite per crocieristi dal porto di Genova all’outlet di Serravalle, ovvero a Genova gli ingorghi e l’inquinamento, a Serravalle il guadagno e i turisti. Il Piemonte non può in alcun modo contraccambiare perché non ha ottocentomila crocieristi che sbarcano in Piemonte ai quali far conoscere la Liguria né alcunché di simile. Dunque, una politica scellarata di finta collaborazione (ma di effettiva sottomissione) rafforza il rimpianto per i tempi in cui la nostra terra era indipendente e non, come asserisce il governatore, «una specie di piccola nazione» ma semmai una grande nazione, espressa semmai da un piccolo Stato. Se non la nostalgia per un’indipendenza che avrebbe potuto cambiare radicalmente la storia degli ultimi duecento anni della nostra terra, ci fa tribolare il rimpianto per quelle classi dirigenti che oggi purtroppo non esistono più, che non confondevano miserandi accordi a vantaggio della controparte con grandi risultati politici e che seppero fare di Genova una "piccola nazione" rispettata e potente. Oggi, a essere schietti, mi sembra che si stiano perseguendo politiche di ben più basso livello.

Filippo Noceti e-mail

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