Con il cambiamento degli equilibri internazionali molte
certezze ideologiche traballano e la gente vuole trovare nuove chiavi di
lettura del passato...
in un’epoca di globalizzazione, la riscoperta delle proprie radici e di
quelle del territorio dove si vive sono fondamentali per trovare
un’identità personale... il passato serve a capire il presente. |
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LA STAMPA
Giovedì 12 giugno 2003
SUCCESSO DI ASCOLTI PER RAI EDUCATIONAL, SI PREPARANO MOLTE FICTION
La storia è tutti noi, anche in tv
Minoli: c’è fame di conoscenza, il passato spiega il presente
Raffaella Silipo
ROMA
La sorpresa più bella negli ascolti di questo scorcio di stagione tv è il
successo della storia, merito soprattutto di Raitre con alcuni speciali di
Piero e Alberto Angela a «Ulisse» e con i gioielli «La storia siamo noi» e
«La grande storia in prima serata». Ma anche di Alessandro Cecchi Paone in
Mediaset e Sergio Luzzato su La 7 con «Altra storia». Sorpresa bella perché
inaspettata, dato che sbrigativamente si tende a immaginare che con il caldo
gli italiani vogliano vedere in tv solo bellezze seminude. «Invece sanno
benissimo che la vita non è fatta di spot» dice Giovanni Minoli, direttore
di Rai Educational, che con «La storia siamo noi» lungo tutto l’anno ha
addirittura triplicato lo share il sabato mattina e nella fascia serale
(+ 195 % in aprile). «Un risultato clamoroso - dice Minoli - a dimostrazione
che l’impegno paga. Il pubblico riconosce quello che vale e in un’epoca di
grandi cambiamenti come la nostra cerca di orientarsi, di capire più in
profondità. Per questo non basta l’informazione, la cronaca. Ci vuole anche
la conoscenza del passato». Quello della storia è un tema forte, molto presente
anche nella prossima stagione, basti vedere il titolo del ciclo di
fiction Rai «La Storia degli italiani» anticipato ieri dal consigliere
Marcello Veneziani, tra Risorgimento e Antica Roma (e già si prepara
uno scontro con Mediaset). Ma è Raitre l’antesignana: «Siamo partiti da lontano
- dice Minoli - anche “Enigma” in fondo nasce da una costola di “Mixer”».
Due i fattori che contribuiscono al successo del filone storico. «Intanto
con la caduta del muro di Berlino si sono aperti molti archivi e da allora
continua a saltar fuori materiale nuovo interessante da trasmettere e comunicare».
Inoltre con il cambiamento degli equilibri internazionali molte
certezze ideologiche traballano «e la gente vuole trovare nuove chiavi di
lettura del passato - aggiunge Minoli -. Senza trascurare il fatto che,
in un’epoca di globalizzazione, la riscoperta delle proprie radici e di quelle
del territorio dove si vive sono fondamentali per trovare un’identità
personale». Una caratteristica della serie di Rai Educational è quella di
non adottare semplificazioni televisive. «La realtà è complessa e va
esaminata in modo articolato - dice Minoli -. È importante dare a tutti gli
strumenti critici per capirla, anche perchè c’è una vera e propria fame di
conoscenza nelle persone». Così il passato serve a capire il presente:
«D’altronde la mia idea - conclude Minoli - è che se è vero che la tv uccide
la memoria perché è un eterno presente, la tv è anche la memoria che lega il
passato all’attualità più stretta. Sono felice se in qualche modo
RaiEducational riesce a riannodare questi fili».
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