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Corriere Mercantile L'intervento di Federico Valerio «La termovalorizzazione è il sistema più costoso per smaltire i rifiuti» «La termovalorizzazione è il più costoso sistema per lo smaltimento dei rifiuti e tutti gli italiani, a loro insaputa, pagano generosi incentivi a sostegno». Lo afferma Federico Valerio, presidente della sezione genovese di Italia Nostra oltre che chimico ambientale di professione, che interviene sui sistemi di smaltimento dei rifiuti. Questa volta, però, non per soffermarsi sugli aspetti relativi all'impatto ambientale degli inceneritori o termovalorizzatori, ma per dire che «in base ai documenti dell'Unione Europea la termovalorizzazione è il metodo più costoso per smaltire rifiuti». «Il compostaggio e la digestione anaerobica con produzione di biogas - spiega Valerio - costano decisamente molto meno, rispettivamente 50 e 65 euro per tonnellata», rispetto ai 148 euro spesi a Vienna per bruciare una tonnellata di rifiuti, ai 97 euro per tonnellata spesi a Copenhagen e agli 88 euro spesi in Germania. «Anche in Italia - afferma Valerio - termovalorizzare i rifiuti è una scelta che si paga a caro prezzo: mediamente 90 euro a tonnellata». Ma «mentre Austria, Danimarca, Belgio tassano la termovalorizzazione dei rifiuti (da 4 a 71 euro a tonnellata) in Italia questa tecnologia è incentivata con generose offerte in danaro, pagate all'elettricità prodotta bruciando spazzatura». Perché, spiega Valerio, «incentivi che sarebbero dovuti andare alle fonti di energia rinnovabile (solare, eolico, biomasse) vanno invece a favorire la termovalorizzazione dei rifiuti, dichiarati per legge, tutta italiana, fonte energetica rinnovabile». Il risultato di questo sistema è che «in Italia la vendita di elettricità prodotta con un termovalorizzatore frutta al gestore dell'impianto da 9 a 14 centesimi a chilowattora» e «il gestore, per ogni tonnellata di rifiuto termovalorizzato, grazie all'elettricità prodotta, riceve un incentivo che varia da 25 a 50 euro». «In questo caso gli incentivi all'incenerimento sono pagati con la bolletta della luce - spiega Valerio - una vera e propria tassa occulta che si aggiunge alla tassa sui rifiuti che è già cara, ma che è destinata ad aumentare quando, come prevedono tutti i Piani provinciali, si termovalorizzerà il 65% dei rifiuti prodotti dagli italiani». E, quando in Italia saranno in funzione tutti i 140 termovalorizzatori programmati, secondo Valerio, la tassa sui rifiuti potrebbe aumentar del 40% circa rispetto ad oggi, e a questo aumento si aggiungerebbe quello che già adesso paghiamo per gli imballaggi dei prodotti che acquistiamo (vetro, plastica, metallo, ecc.). «In conclusione - afferma Valerio - un chilo di imballaggi termovalorizzato costerà alle famiglie circa 33 centesimi rispetto ai 12 centesimi attuali», mentre sviluppando la raccolta differenziata dei rifiuti e riciclaggio «visto che tutto quello che è riciclato non deve essere smaltito, si scopre che la raccolta differenziata di qualità e riciclaggio costano meno della raccolta differenziata e termovalorizzazione».
Rifiuti come risorse
- Comunicato stampa del 9 giugno 2005 |
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