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Il Secolo XIX
Venerdì 22 settembre 2006

LA POLEMICA

Secondo l’azienda l’impianto resterà aperto fino al 2020

Dallorto: «I lavori fatti non bastano la centrale Enel dovrà chiudere»


«La centrale Enel in porto deve chiudere. Ancorché a norma dal punto di vista delle emissioni, l’impianto non è compatibile con un ambiente urbano dove già esistono altre forme di inquinamento difficilmente eliminabili, quali il traffico e il riscaldamento dei palazzi». Luca Dallorto, assessore all’Ambiente del Comune, rilancia l’obiettivo di smantellare in tempi rapidi la centrale a carbone da 300 megawatt di Calata Concenter. «La centrale avrebbe dovuto chiudere già nel 2002, quindi siamo in netto ritardo», ribadisce l’assessore ed esponente dei Verdi. «Abbiamo una concessione demaniale che scade nel 2020», si era limitato a ricordare il responsabile della centrale, Andrea Campi, ai giornalisti in visita mercoledì al sito Enel sotto la Lanterna. Come dire: se l’azienda ha investito 19 milioni di euro negli ultimi cinque anni in dispositivi antiinquinamento, non è certo per chiudere domani. La partita si preannuncia lunga e difficile. Intanto, il Comune ha messo in campo un pool di esperti per analizzare l’impatto dei fumi della centrale sul tessuto urbano. «A metà ottobre dice Dallorto saranno pronti i risultati di un’indagine scientifica condotta dai tecnici di Comune, Regione, Provincia, Arpal, Università e della stessa Enel». Attraverso lo studio dei venti e con l’ausilio di modelli matematici, si vuole anche individuare le zone di ricaduta dei fumi emessi dalle tre ciminiere della centrale, una per ciascuno dei gruppi di produzione. «Sappiamo già adesso continua l’assessore che, a Sampierdarena, la presenza contemporanea della centrale e del traffico intenso provoca alti livelli di inquinamento». Conclusione: «Se i parametri di smog superano i limiti massimi, siamo obbligati dalla normativa europea a intervenire immediatamente sulle fonti inquinanti. E quindi la centrale deve chiudere». «L’obiettivo sottolinea Dallorto è anche sancito dal Piano di risanamento della qualità dell’aria approvato di recente dalla Regione». Senza dimenticare che alla centrale lavorano 130 persone: «Saranno ricollocate».

V. G.

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