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Affari & Finanza Federalismo fiscale: il fai-da-te dei governatori Alberto Statera Tra i mille federalismi che pullulano, in una confusione istituzional-politico-lessicale che farebbe impallidire Carlo Cattaneo, è alfine spuntato il "federalismo fiscale fai da te". Quatto quatto, l'ha portato a casa pochi giorni fa, nella generale disattenzione, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy. Mentre le regioni a statuto ordinario litigavano col governo, i comuni con le regioni, e il governo con sé stesso sul disegno di legge delega sul federalismo fiscale, Illy riusciva a farsi consegnare "manu militari" dal Consiglio dei ministri il "percetto", come si dice in termine burocratico. Il che significa che le tasse in compartecipazione riscosse sul territorio del Friuli Venezia Giulia non verranno più girate alla Regione dallo Stato, ma saranno incamerate direttamente dalle casse triestine. L'Agenzia delle Entrate finora consegnava le somme riscosse sul territorio regionale all'Erario centrale e poi, a sua volta, lo Stato, con decisione del governo, le girava alla Regione quando - bontà sua - lo riteneva opportuno. Ciò che aveva fatto accumulare un credito regionale nei confronti dello Stato di 2 miliardi di euro, pari alla metà delle entrate di un anno. Non solo, con il meccanismo del Patto di stabilità, lo Stato regolava il flusso delle risorse finanziarie, decidendo la quantità da pagare effettivamente. E se le entrate regionali crescevano di più, impediva di spenderle. Niente "tesoretti", ma una specie di contagocce col quale, a prescindere dalla quantità di acqua che fluiva, lo Stato regolava l'erogazione. Il Patto di stabilità rimane, ma d'ora in poi si applicherà sulle entrate effettive. Chiotto chiotto, il governatore Illy, che fra un anno dovrà affrontare le elezioni regionali per il rinnovo dell'incarico con una Casa delle libertà che cerca di presentarsi in una regione al 60% di destra, ma governata dal centro sinistra, e per di più con la "zavorra" del governo di Roma, ha raccontato ai suoi, senza fare troppa pubblicità, che "è un cambiamento epocale". Perché a più di quarant'anni dell'istituzione della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, "si realizza finalmente un'autentica autonomia finanziaria". In soldoni, 3,2 miliardi di euro, che invece di andare in giro per l'Italia e subire gli umori del governo di Roma, restano subito dove vengono riscossi. Illy, con il suo vicino di Venezia Giancarlo Galan, campione berlusconiano, tutto sommato va d'amore e d'accordo, nonostante la diversità di carattere: l'uno piccolo, tagliente, studioso, valdese, normalmente "understatement"; l'altro grande, vanaglorioso, verboso: ogni giorno una dichiarazione incendiaria all'Ansa, come se fosse scoppiata la guerra. Per lui, "mentre aspettano il Messia Veltroni, il governo Prodi continua a giocare col fuoco". Sapete perché? Perché, visto l'esempio del collega triestino, lui è pronto a dichiararsi Regione autonoma per prendersi il "percetto", come Illy: "Chiedo al Consiglio Regionale - ha dichiarato al "Gazzettino" - di autoproclamarci Regione a statuto speciale. Invito le forze politiche di maggioranza e di opposizione ad approvare subito uno statuto che sfidi davvero lo Stato centrale e che riconosca esplicitamente l'autonomia finanzuaria". E la Corte Costituzionale? Niente paura, a questo punto lo statuto andrebbe all'esame del Parlamento. E come voterebbero i parlamentari del Nord e del Veneto? "invece di agitarsi tanto con questo Partito democratico del Nord e con Veltroni - garantisce Galan - parlamentari e consiglieri regionali di centrosinistra avrebbero l'occasione di difendere il Veneto". E, secondo lui, l'accoglierebbero. Visti i risultati, Illy è stato "convocato" persino da Bobo Maroni al "parlamento padano" di Vicenza, dove ha parlato sabato scorso del "federalismo fiscale fai da te". Un annuncio di nuove alleanze per le elezioni regionali dell'anno prossimo in Friuli Venezia Giulia?
Federalismo fiscale per la Liguria - Una delle "battaglie" del M.I.L. |
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