La Repubblica
Lunedì 31 dicembre 2007
Contrappunto
L'oro del 2008
Franco Manzitti
(...)
Lo shipping. Nessuno se ne accorge e tanto meno i rissaioli del porto di Genova,
di ogni bandiera, risma, fazione e partito, ma accanto a quel porto lungo, corto, diviso,
comunque in crescita e in via di stabilizzazione burocratico-amministrativa, ce
n’è un altro a Genova, invisibile e fortissimo : quello dello shipping, di tutte
le attività connesse al settore marittimo che possono lavorare a secco ma con le
navi, la merce, i trasporti. Ci sono decine di mestieri e professionalità di alto
lignaggio e di medio impegno che fioriscono da secoli a Genova e che hanno una
prospettiva di sviluppo più che certa. La geografia mondiale dei trasporti sta
spostando l’asse dello shipping verso Oriente e Londra che ne è la capitale europea
sta per perdere la sua primogenitura. Tutto si sposta a Singapore. Londra è fagocitata
da altre esplosioni produttive. E chi in Europa può guadagnare quel ruolo se non
Genova? Non i grandi porti del Nord impegnati a smaltire i loro milioni di container.
Non i porti spagnoli, potentissimi, ma senza uno straccio di professionalità dello
shipping, in quella filiera di attività, dal brokeraggio armatoriale, assicurativo,
riassicurativo, dagli spedizionieri, agli altri tecnici della grande e piccola logistica,
alle professioni legali marittime. Non Marsiglia chiusa nei suoi problemi da sempre.
E nessuno in Italia, se non forse Napoli, troppo concentrata su un solo affare
marittimo che lì galoppa: l’armamento. C’è solo Genova, con la sua storia profonda, i
suoi exscagni diventati con Internet uffici-astronavi, i suoi grandi avvocati marittimisti,
i suoi broker dal naso affilato, come i vecchi mercanti del Cinque-Seicento, quelli che
sapevano trovare navi, equipaggi per trasportare merce ovunque e che guadagnavano e
facevano guadagnare tanto da permettersi di finanziare la Repubblica, che poi, a sua
volta, si permetteva di finanziare le guerre, i grandi imperi, governando le palanche
del mondo dai palazzi austeri dei carruggi genovesi. Eccola la vocazione di Genova che
torna imperiosa nella storia. L’indotto dello shipping oggi a Genova suona già per
migliaia di occupati. Se ne prevedono molte migliaia. Alla faccia di chi continua a
combattere battaglie da bagnasciuga ristretto. E se poi vorranno farci il Terzo Valico,
la gronda, il bruco e il porto lungo, largo o corto e l’aeroporto in mare, grazie tante,
ma si va avanti lo stesso. Buon 2008. Sul serio.
Portualità da rilanciare -
Una delle "battaglie" del
M.I.L.
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