Energie alternative pulite |
Corriere Mercantile
Giovedì 28 febbraio 2008
RICCARDO BRUZZONE PRESENTA IL SUO PROGETTO
L'elettricità vien dal mare
È nata a Genova l'idea per l'energia del futuro
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Riccardo Bruzzone |
Una fonte di energia pulita, economica e virtualmente infinita. Chi pensa al sole, o
al vento, deve allargare i propri orizzonti. La soluzione a tutti i problemi, infatti,
potrebbe stare in quei tre quarti di superficie terrestre coperti dalle acque. E forse
non è un caso che l'idea che potrebbe trasformare gli oceani in un'enorme centrale
elettrica nasca proprio a Genova, una città che con il mare ha fatto la propria storia.
Non che non ci avessero già provato, a cavare energia dal moto ondoso, o perfino dalle
maree. In Oceania, ad esempio, o nei mari del nord. E tuttavia il metodo utilizzato,
che si avvaleva di turbine isolate in piccoli moli ad hoc, annegate in pozzi rovesciati
ed azionate dal contatto diretto con le onde, non ha mai dato i risultati sperati: troppo
limitato il range di intensità del mare sfruttabile (da forza 4 a forza 6), troppo pesante
la corrosione esercitata dalle acque salate sulle parti meccaniche. Eppure un modo per
bypassare questi due problemi parrebbe esserci. E l'uovo di Colombo, è il caso di dirlo,
lo ha scoperto Riccardo Bruzzone, laureato in Economia e Commercio, genovese doc e un
progetto in tasca (il cui prototipo sarà esposto nei prossimi giorni alla Fiera di Genova
all'ingresso del salone Energethica 2008) che può rivoluzionare il mondo dell'energia.
L'idea di sfruttare a proprio vantaggio il fenomeno fisico del colpo d'ariete - tutti
l'hanno sperimentato con l'impianto idraulico di casa - a Bruzzone, è venuta una mattina
durante un'immersione. «Ci fu una reazione talmente violenta - ricorda Bruzzone - da
scaraventare, pensate, un recipiente in aria per venti metri». Un "botto" che gli ha
acceso la lampadina. Perché non sfruttare quel fenomeno del tutto naturale per azionare
le turbine? Detto, fatto, Bruzzone, invece di avvalersi del moto ondoso per azionare
direttamente la turbina, ha pensato di utilizzarlo per produrre aria compressa.
Quest'ultima, attraverso una pompa, viene quindi convogliata in una serie di tubazioni
immerse in mare, e la reazione che ne deriva, analoga per principio a quella di un motore
a scoppio, aziona le turbine poste pelo d'acqua. L'energia così prodotta, spiega Bruzzone,
ha vantaggi rispetto a tutte le altre forme rinnovabili: «È meno costosa rispetto a quella
eolica e solare, che peraltro hanno una produzione piuttosto limitata e, nel caso della
fotovoltaica, richiedono una sostituzione completa dell'impianto ogni vent'anni. E,
soprattutto, è modulabile. Il numero della tubazioni installabili in acqua è virtualmente
infinito. L'impatto ambientale è nullo, e la reazione può essere più o meno violenta a
seconda della profondità a cui viene pompata l'aria». Non solo: il tutto funzionerebbe
in un range di forza marina da 2 a 8, vale a dire, per il Mar Ligure, per il 90% di giorni
l'anno. Il progetto, già vagliato dalle Università di Genova e Torino, potrebbe inoltre
integrarsi con il waterfront ideato da Renzo Piano, e con quei "moli pneumofori"
che troverebbero posto in porto per ossigenare acqua, La sfida, insomma, è lanciata. Quel
che serve ora è qualcuno pronto a scommetterci.
[r.sc.]
Energie alternative pulite
- Una delle "battaglie" del
M.I.L.
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