il Giornale
Domenica 6 aprile 2008
UN MECCANISMO PERVERSO
Basta l’1% per spartirsi la torta
Tutti a lamentarsi della presente legge elettorale e nessuno che punti il dito contro
le storture partorite dalla legge 157 del 3 giugno 1999. La legge che ha inventato i
rimborsi elettorali quale espediente per il finanziamento pubblico dei partiti cancellato
dal referendum del ’93, è modellata sui meccanismi elettorali per l’Europarlamento e per
le Regioni, e sul Mattarellum che regolava l’elezione di Camera e Senato. La legge
elettorale è cambiata, ma quella del finanziamento pubblico no. Col paradosso che il 15
d’aprile vedremo svariati partiti bocciati dalle urne, senza un solo parlamentare, ma con
pieno diritto ad incassare per cinque anni almeno mezzo milione di euro ogni anno. La
legge dei rimborsi elettorali infatti, stabilisce il raggiungimento di un tetto minimo
di voti dell’1% alla Camera, per aver diritto alla spartizione proporzionale di 50 milioni
di euro all’anno (che la finanziaria ha fatto scendere per quest’anno a 45) nel quinquennio.
Per i 50 milioni del Senato, occorre raccogliere mediamente il 5% dei voti. Per un posto a
Montecitorio però, bisogna superare il 4%. E la soglia per il Senato, è all’8% in ogni
regione. Da qui il paradosso, che nel 2006 non si è materializzato perché sostanzialmente
si presentavano due soli schieramenti, dunque nessuno è rimasto a bocca asciutta. Questa
volta sono tanti i simboli che corrono da soli, e ci sarà la congiunzione astrale nefasta.
Quali e quanti sono i partitini in grado di superare l’1% ma non il 4% alla Camera, e il
5% ma non l’8% al Senato? Il partito di Bordon e Manzione, «Unione dei Consumatori»,
probabilmente supererà l’1% senza mai arrivare al 4. Pare che sfiori l’1% anche il Pcdl di
Ferrando, e dovrebbe superare questa sola soglia anche «Per il bene comune» di Fernando
Rossi. La Santanchè e Storace andranno senz’altro oltre la soglia per il finanziamento, ma
ce la faranno ad arrivare al 4%? E infine i socialisti di Boselli e compagni, destinati a
restar fuori: al mezzo milione di euro però, aggiungeranno la consolazione dei 650mila per
tre anni, maturati con la legislatura appena interrotta.
[GP]
[Gianni Pennacchi]
DISSIDENTI Roberto Manzione e Willer Bordon, i due senatori fuoriusciti dalla maggioranza
che hanno fondato l’«Unione dei consumatori» facendo perdere i numeri a Prodi
a Palazzo Madama. Anche la loro neonata formazione politica dovrebbe raggiungere
l’1% indispensabile per avere diritto ai rimborsi
[FOTO: EIDON]
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