Rifiuti e loro smaltimento |
GENTE
Giovedì 19 giugno 2008
A Conegliano è nato il primo eco-edificio di immondizia
Con i nostri rifiuti costruiamo case
da Conegliano (Treviso) Francesco Gironi
Pareti di bottiglie di plastica e segatura, pavimenti con tappi di
sughero. Per la nuova sede della società che gestisce la raccolta differenziata nel
Trevigiano si è usata la spazzatura. «È la prova di cosa si possa ottenere riciclando»,
dice il presidente
A cosa serve la raccolta differenziata? Prendete 33 mila bottiglie di plastica,
un milione di tappi di sughero, una quantità di segatura sufficiente a riempire la
stanza di un appartamento; aggiungete quindi carta di giornale, alluminio e acciaio.
Tutto, naturalmente, deve arrivare dai bidoni dei rifiuti: deve essere immondizia.
A questo punto, "mescolate" e otterrete un edificio a due piani di 600 metri quadrati,
quanto basterebbe per ospitare almeno sei famiglie. Impossibile? Andate a Conegliano,
una quarantina di chilometri a nord-est di Treviso, e cercate la nuova sede della
Savno, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti nei 35 comuni della zona. Quel
fabbricato bianco, inaugurato meno di un mese fa, è fatto per buona parte di
spazzatura: entrando, aprirete una porta ottenuta dalla fusione di lattine di
alluminio, calpesterete i tappi di sughero, toccherete le pareti in segatura o potrete
sedervi su cartone compresso. Non solo. Dai rubinetti delle toilette uscirà acqua
piovana, impiegata anche per innaffiare il giardino (c'è un serbatoio da 5 mila litri);
le lampadine, rigorosamente a risparmio energetico, saranno alimentate dal sole (sul
tetto sono stati montati pannelli fotovoltaici), mentre all'aria condizionata penserà
il calore proveniente da 150 metri di profondità (è un impianto geotermico). «Abbiamo
voluto dimostrare che la raccolta differenziata può avere sbocchi concreti», spiega a
Gente il presidente del consorzio Riccardo Szumski. Certo non si può dire che,
nella capitale del Prosecco, non facciano attenzione a cosa finisca nel bidone: nel
2007 si è raggiunta una quota di raccolta differenziata pari al 76 per cento, ben
superiore al 50 per cento circa della regione Veneto e lontano anni luce dal 5 per
cento totalizzato, secondo i dati dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente, dal
Molise, fanalino di coda tra le regioni italiane. Non è solo coscienza ambientale.
Nell'arco di cinque anni ogni abitante del Veneto nord-orientale ha quasi dimezzato
la quantità di rifiuti non riciclabili, ma, in cambio, ha ricevuto un discreto tornaconto.
È diminuita la tassa sui rifiuti (si paga, infatti, in proporzione a quanto si "produce")
e hanno ricevuto un rimborso: «Nel 2007 abbiamo restituito 6 euro a persona», sottolinea
Szumski. Che conterebbe di ripetersi, anzi aumentare il "dividendo". La casa di spazzatura,
infatti, ha avuto successo e a Conegliano sono piovute decine di richieste, anche da Malta
e Romania, che vorrebbero copiare il modello trevigiano. Ma senza andare troppo lontano,
anche gli amministratori della Campania potrebbero prendere esempio e risparmiare non
poco rispetto agli oltre 250 euro a tonnellata che vengono spesi per smaltire la montagna
di rifiuti che assedia le loro città. A Conegliano, nel frattempo, si fanno progetti
per il futuro. «Stiamo verificando la possibilità di formare un consorzio con le aziende
che ci hanno fornito i materiali», anticipa Szumski. Il risultato sarebbe un circolo
virtuoso dei rifiuti, per ridurre ancora di più la quantità di immondizia da spedire
agli inceneritori o, peggio, in discarica. Un primo passo è già stato fatto. Il segreto
è in un capannone poco distante dalla sede. Qui arriva il cosiddetto "rifiuto secco",
tutto quanto, teoricamente, non sarebbe riciclabile. Ebbene, un "occhio elettronico"
riesce a ridurlo di un altro 25 per cento, riconoscendo e separando ancora carta, plastica
o alluminio finiti nel sacchetto sbagliato. Risultato? Oltre 7.500 tonnellate di rifiuti
in meno da smaltire che si traduce in 1,3 milioni di euro di risparmio. Ai quali si deve
aggiungere quanto guadagnato dalla vendita del riciclato, in media circa 35 euro a
tonnellata, 262 mila euro l'anno», calcola il presidente. «Ma siamo ancora in fase
sperimentale». In altre parole, il cestino dei nostri rifiuti potrebbe presto trasformarsi
in una gallina dalle uova d'oro. «Migliorando la qualità del riciclato e offrendo un
prodotto migliore, si può ottenere molto di più», spiega Stefano Riedi, direttore generale
della Savno. Prendiamo per esempio la plastica dei contenitori: quella delle bottiglie
di detersivo può rendere anche 300 euro a tonnellata contro circa la metà di quella delle
bevande gassate». E allora non fa più sorridere sentir parlare di "qualità" della
spazzatura. E si spiega anche perché, proprio per "migliorare" il prodotto, da alcuni
mesi la Savno sta lavorando a un progetto con la Italgrob, la Federazione italiana dei
grossisti e distributori di bevande. L'idea è quella di rilanciare "il vuoto a rendere":
fino a qualche decina di anni fa, comprando una bottiglia di acqua minerale o una birra
si pagava una cauzione che veniva restituita quando si rendeva il vuoto. «In Germania si
fa ancora, per il vetro e per le bottiglie di plastica», nota Szumski. Saremo costretti
a trasformare i nostri balconi in una sequenza di bidoncini? Gli addetti ai lavori la
chiamano "raccolta porta a porta spinta": carta, plastica e lattine, vetro, biodegradabile
e, infine, il poco non riciclabile Il che vuol dire anche infiniti dibattiti familiari
su "dove mettere cosa" (per avere un aiuto, vedi anche il riquadro a
pagina 41). Lo sforzo, per fortuna, durerà poco. «Tra qualche anno avremmo soltanto
due sacchetti: uno per l'umido e un altro dove riporremo il resto», anticipa Riedi. E il
riciclo? Ci penserà quell'occhio elettronico. Per una differenziata a prova di errore.
Le regole da seguire per la raccolta differenziata
Le parole "raccolta differenziata" entrarono nel nostro vocabolario nel febbraio del
1997, quando l'allora ministro dell'Ambiente Edoardo Ronchi firmò il decreto che imponeva
il recupero e il riciclaggio dei rifiuti. In 11 anni, però, non abbiamo ancora "imparato"
come si fa. Il 68 per cento dei comuni non arriva a riciclare neppure il 40 per cento dei
32,5 milioni di tonnellate di spazzatura prodotti in Italia ogni anno. La provincia in
testa alla classifica dei "ricicloni" è Treviso con il 66,6 per cento (San Biagio di
Callalta ha raggiunto 1'81,66 per cento), mentre in coda c'è Isernia con il 2 per cento.
Ecco le principali regole da seguire.
- Riponete nei cassonetti solo materiale pulito.
I residui, infatti, lo contaminerebbero rendendo più : complesso il riciclo: basta
anche un risciacquo.
- Riducetene il volume (schiacciate bottiglie,
lattine, tetrapak, piegate le scatole).
- Verificate di che materiale sono fatti per buttarli nel contenitore giusto. Se
avete dubbi, buttate nel cosiddetto "non riciclabile", così non correrete alcun
rischio: per esempio, anche una sola tazzina di ceramica
può compromettere il reimpiego di una intera campana di bottiglie in vetro.
- Leggete con attenzione le indicazioni fornite dall'azienda che gestisce la
raccolta dei rifiuti. Le grucce su cui appendete le
vostre camicie, anche se di plastica, non devono essere buttate insieme alle
bottiglie in plastica: la legge italiana, infatti, parla di riciclo di contenitori.
Solo in alcuni casi, i contenitori del latte, realizzati con diversi materiali
(carta, plastica e alluminio), possono essere riciclati.
- Attenzione alla carta: quella fotografica, adesivi
o la carta sporca di olio non si ricicla.
- Le lattine di alluminio sono "preziosissime", ma quelle riciclabili non devono
essere etichettate con le lettere "1" ed "F" che
indicano la presenza di insetticidi, lacca o deodoranti.
Rifiuti e loro smaltimento
- Una delle "battaglie" del
M.I.L.
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