Accattoni a dieci anni
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Il Secolo XIX Venerdì 7 dicembre 2001
 

A Natale si moltiplicano i ragazzini stranieri mandati in strada. Passate le feste diventano clandestini

Accattoni a dieci anni

Il business dei piccoli arruolati per mendicare

L'ultimo caso è quello
di un ragazzino
fermato l'altro giorno
da un vicequestore di
polizia e ora affidato a
un centro per minori

Via Tommaso Invrea alla Foce, un bambino straniero fermo a un semaforo. Non è né malvestito né maltrattato, però ha gli occhi persi nel vuoto e tende la manina per chiedere l'elemosina. Qualcuno abbassa il vetro e gli allunga una moneta, un'auto ferma con decisione la corsa lo fa salire a bordo.

È stato un vicequestore di polizia, l'altro pomeriggio poco dopo le 15, a portar alla luce la storia di un ragazzino straniero senza nome senza passato: un bimbo che ha detto di avere dieci anni, età confermata dagli esami ossei eseguiti al Gaslini. Adesso il piccolo è al sicuro in un centro per minori, in attesa dell'affidamento ai servizi sociali del Comune, forse, a una famiglia per cambiare vita. «Ma molto spesso - denuncia la presidente del tribunale per i minori, Anna Maria Faganelli - questi bambini scappano. Perché negli istituti non ci sono e non ci possono essere sbarre, perché qualcuno li ha istruiti, perché hanno un innato spirito di libertà. Il tribunale viene a conoscenza delle loro storie quando commettono reati o sono vittime di maltrattamenti, altrimenti hanno contatti più immediati».

Quanti sono e come vivono i piccoli mendicanti reclutati per chiedere la carità? Ufficialmente non esistono dati né statistiche, ma chi vive in strada ha il polso della situazione e parla di una realtà che proprio nei giorni delle feste dello shopping assume contorni inquietanti. La denuncia di don Valentino Porcile, viceparroco di Quarto, è circostanziata: almeno quaranta o cinquanta volti nuovi fatti scendere in strada in occasione del Natale.

«Una volta erano i nomadi che moltiplicavano le presenze in strada sotto Natale - conferma don Andrea Gallo, anima della comunità di San Benedetto - adesso esistono flussi di clandestini difficilmente controllabili. In comunità, alla distribuzione di vestiti e generi alimentari che si svolge ogni martedì e venerdì, abbiamo il polso della situazione: arrivano anche molti bambini, soli o accompagnati. In questi giorni la loro presenza è senza dubbio aumentata». Chi si occupa di loro? «Ci sono parrocchie e gruppi nel centro storico che se ne fanno carico, c'è l'Uisp, l'unione sportiva aperta a tutti. Ma la loro vera presenza sfugge».

Il problema dei minori stranieri, presenza sfuggente e incontrollabile in città, si ripresenta per Natale con maggiore clamore perché anche chi è estraneo alla cultura cattolica della Natività si è reso conto che, sotto le feste, la carità è un'attività remunerativa. «L'elemosina rende e lo sfruttamento dei bambini è un'attività lucrosa - continua don Gallo - dopo le feste, poi, alcuni di questi minorenni diventano clandestini, altri chiedono di tornare. Ma della maggior parte di loro si perdono le tracce».

Alcuni bambini, cresciuti in strada diventati ragazzini, vengono reclutati dai circuiti della criminalità più appariscente, quella della droga e dei furti. I ragazzini albanesi sono utilizzati come ladri per la loro agilità nell'arrampicarsi lungo grondaie e balconi, molti piccoli maghrebini diventano "cavalli" della droga. La scorsa primavera un'operazione della polizia, condotta dal commissariato Centro del vicequestore Angelo Gaggiano con l'impiego di telecamere dell'ultima generazione, aveva portato alla luce la realtà inquietante di un esercito di baby spacciatori. Utilizzavano una tecnica molto raffinata: uno dei componenti dell'organizzazione aveva il compito di ritirare i soldi dal tossicodipendente, l'altro dava ordine a uno dei piccoli cavalli di andare a prendere la droga nel nascondiglio e portarla all'acquirente. Alla fine, grazie a filmati e prove diverse, erano stati arrestati in sei, mentre ben sette ragazzini di età compresa tra gli undici e i dodici anni erano finiti in un centro di accoglienza: il destino che la legge riserva ai minori under 14, comunque non punibili. Finché, appena compiuta l'età fatidica, per molti di loro inizia la trafila che porta inesorabilmente al carcere.

L'accattonaggio è una attività apparentemente più "pulita" della vendita della droga. Ma se le somme che circolano sono elevate, come avviene soprattutto in questi giorni di shopping e di sentimentalismo, ecco che anche la gestione dei ragazzini diventa un affare interessante per la criminalità. «Una possibilità di intervento è la denuncia di chi sfrutta questi ragazzini - dice la presidente Faganelli - ma serve una azione capillare, incisiva».

Oggi quelle che vengono alla luce sono vicende isolate, squarci su una realtà piena di ombre. Storie come quelle del ragazzino strappato alla strada in via Tommaso Invrea da un vicequestore della polizia: affidato a una comunità dalla quale forse, come tanti altri suoi piccoli connazionali, scapperà appena ne avrà l'occasione, per ritornare nell'ombra.

Bruno Viani

Minori extracomunitari sfruttati dalla criminalità

Bambini stranieri reclutati per vendere fiori, mendicare o rubare.
Un fenomeno che a Natale, denuncia don Valentino Porcile, si moltiplica

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