A Natale si moltiplicano
i ragazzini stranieri mandati in strada. Passate le feste diventano
clandestini
Accattoni a dieci anni
Il business dei piccoli arruolati per mendicare
L'ultimo caso è quello
di un ragazzino
fermato l'altro giorno
da un vicequestore di
polizia e ora affidato a
un centro per minori
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Via Tommaso Invrea alla Foce, un bambino straniero fermo a un semaforo. Non
è né malvestito né maltrattato, però ha gli occhi persi nel vuoto e tende la
manina per chiedere l'elemosina. Qualcuno abbassa il vetro e gli allunga una
moneta, un'auto ferma con decisione la corsa lo fa salire a bordo.
È stato un vicequestore di polizia, l'altro pomeriggio poco dopo le 15, a
portar alla luce la storia di un ragazzino straniero senza nome senza passato:
un bimbo che ha detto di avere dieci anni, età confermata dagli esami ossei
eseguiti al Gaslini. Adesso il piccolo è al sicuro in un centro per minori, in
attesa dell'affidamento ai servizi sociali del Comune, forse, a una famiglia
per cambiare vita. «Ma molto spesso - denuncia la presidente del tribunale per
i minori, Anna Maria Faganelli - questi bambini scappano. Perché negli istituti
non ci sono e non ci possono essere sbarre, perché qualcuno li ha istruiti,
perché hanno un innato spirito di libertà. Il tribunale viene a conoscenza delle
loro storie quando commettono reati o sono vittime di maltrattamenti, altrimenti
hanno contatti più immediati».
Quanti sono e come vivono i piccoli mendicanti reclutati per chiedere la
carità? Ufficialmente non esistono dati né statistiche, ma chi vive in strada ha
il polso della situazione e parla di una realtà che proprio nei giorni delle
feste dello shopping assume contorni inquietanti. La denuncia di don
Valentino Porcile, viceparroco di Quarto, è circostanziata: almeno quaranta
o cinquanta volti nuovi fatti scendere in strada in occasione del Natale.
«Una volta erano i nomadi che moltiplicavano le presenze in strada sotto
Natale - conferma don Andrea Gallo, anima della comunità di San Benedetto -
adesso esistono flussi di clandestini difficilmente controllabili. In comunità,
alla distribuzione di vestiti e generi alimentari che si svolge ogni martedì e
venerdì, abbiamo il polso della situazione: arrivano anche molti bambini, soli
o accompagnati. In questi giorni la loro presenza è senza dubbio aumentata».
Chi si occupa di loro? «Ci sono parrocchie e gruppi nel centro storico che se
ne fanno carico, c'è l'Uisp, l'unione sportiva aperta a tutti. Ma la loro vera
presenza sfugge».
Il problema dei minori stranieri, presenza sfuggente e incontrollabile in
città, si ripresenta per Natale con maggiore clamore perché anche chi è estraneo
alla cultura cattolica della Natività si è reso conto che, sotto le feste, la
carità è un'attività remunerativa. «L'elemosina rende e lo sfruttamento dei
bambini è un'attività lucrosa - continua don Gallo - dopo le feste, poi, alcuni
di questi minorenni diventano clandestini, altri chiedono di tornare. Ma della
maggior parte di loro si perdono le tracce».
Alcuni bambini, cresciuti in strada diventati ragazzini, vengono reclutati
dai circuiti della criminalità più appariscente, quella della droga e dei furti.
I ragazzini albanesi sono utilizzati come ladri per la loro agilità
nell'arrampicarsi lungo grondaie e balconi, molti piccoli maghrebini diventano
"cavalli" della droga. La scorsa primavera un'operazione della polizia,
condotta dal commissariato Centro del vicequestore Angelo Gaggiano con
l'impiego di telecamere dell'ultima generazione, aveva portato alla luce la
realtà inquietante di un esercito di baby spacciatori.
Utilizzavano una tecnica molto raffinata: uno dei componenti dell'organizzazione
aveva il compito di ritirare i soldi dal tossicodipendente, l'altro dava ordine
a uno dei piccoli cavalli di andare a prendere la droga nel nascondiglio e
portarla all'acquirente. Alla fine, grazie a filmati e prove diverse, erano
stati arrestati in sei, mentre ben sette ragazzini di età compresa tra gli
undici e i dodici anni erano finiti in un centro di accoglienza: il destino
che la legge riserva ai minori under 14, comunque non punibili. Finché, appena
compiuta l'età fatidica, per molti di loro inizia la trafila che porta
inesorabilmente al carcere.
L'accattonaggio è una attività apparentemente più "pulita" della
vendita della droga. Ma se le somme che circolano sono elevate, come avviene
soprattutto in questi giorni di shopping e di sentimentalismo, ecco che anche
la gestione dei ragazzini diventa un affare interessante per la criminalità.
«Una possibilità di intervento è la denuncia di chi sfrutta questi ragazzini
- dice la presidente Faganelli - ma serve una azione capillare, incisiva».
Oggi quelle che vengono alla luce sono vicende isolate, squarci su una realtà
piena di ombre. Storie come quelle del ragazzino strappato alla strada in via
Tommaso Invrea da un vicequestore della polizia: affidato a una comunità dalla
quale forse, come tanti altri suoi piccoli connazionali, scapperà appena ne
avrà l'occasione, per ritornare nell'ombra.
Bruno Viani
Bambini
stranieri reclutati per vendere fiori, mendicare o rubare.
Un fenomeno che a Natale, denuncia don Valentino Porcile, si moltiplica
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