(n. 2)
Gli immigrati
stanno cambiando la mappa degli insediamenti abitativi. Cosa succede nel mercato
immobiliare /1
Casa, il sogno degli stranieri
Arrivano nel centro storico poi scelgono il ponente
Il sogno di una casa e di un futuro in Italia si sposta verso ponente,
come passaggio obbligato sulla strada dell'integrazione. Succede da quando
la possibilità di accedere agli appartamenti di edilizia popolare è stata
aperta agli immigrati regolari. Da allora è cresciuto lentamente il numero
degli stranieri che hanno ottenuto una abitazione del Comune in affitto al
Cep di Prà o a Begato, tanto che oggi una persona su dieci, tra le famiglie
in attesa di una assegnazione, è nata all'estero.
Molti hanno fatto un passo in più: regolarizzata la posizione, riunita
la famiglia, trovato un lavoro, oggi stanno chiedendo mutui bancari per
comprare una casa nei quartieri dove hanno trovato alloggio, dove i prezzi
sono ancora accessibili e la perdita dell'identità industriale ha lasciato
vuoti anche sul mercato immobiliare.
È l'ultimo segnale che arriva dal mondo dell'immigrazione. La città da
Sampierdarena verso Voltri è diventata davvero la frontiera delle speranze,
il far west di chi, fino a ieri, viveva nel centro storico in
appartamenti trasformati in dormitorio.
La più aggiornata fotografia delle presenze di stranieri in città è l'atlante
demografico del Comune, edizione 2001, che traccia una mappa quartiere
per quartiere delle presenze italiane e straniere.
Nel dettaglio: nella circoscrizione Centro Ovest il record delle presenze
straniere regolari è a Sampierdarena, dove gli immigrati sono il 6,4
per cento del totale della popolazione. Poco meno al Campasso, 5,8 per
cento.
In Val Polcevera i numeri scendono drasticamente, le presenze si
dimezzano e solo a Certosa le statistiche segnalano un 5 per cento di
stranieri regolari. Il medio ponente è diviso in due: a Cornigliano
gli stranieri (poco meno del 6 per cento dei residenti) sono presenti in
percentuale doppia che a Sestri ed è forte anche la presenza dei
clandestini. A Prà, Voltri e Pegli i dati, che fotografano la
situazione di due anni fa, non registrano ancora gran parte dei nuovi
stanziamenti nelle costruzioni di edilizia popolare. I "nati all'estero"
sono meno del 3 per cento, con un picco a Ca' Nuova, nel quartiere
del Cep.
«Il numero degli immigrati negli appartamenti di edilizia popolare è ancora
trascurabile - dice l'assessore Claudio Basso - perché pochi rientrano nelle
condizioni richieste: necessario documentare l'esistenza di un contratto
regolare di affitto in corso e di uno sfratto esecutivo. Ma nelle liste delle
persone in attesa di casa, su 1500 nuclei familiari, quasi dieci per cento
oggi è formato da stranieri. I criteri per la formazione delle graduatorie
comprendono lo stato di bisogno, il basso reddito. Vengono privilegiate le
mamme sole con figli. Non si guarda certo colore della pelle o la religione».
Il sogno di una casa di proprietà sta diventando realtà, giorno dopo giorno,
per un numero crescente di immigrati che si trovano nella condizione di poter
accedere alle offerte bancarie, a cominciare da quelle dello sportello Carige
per gli immigrati, aperto nel gennaio di cinque anni fa in via Gramsci.
«Quando arrivano come clandestini, gli extracomunitari trovano alloggio quasi
sempre nel centro storico - dice Maurizio Postani, presidente della federazione
degli agenti immobiliari - ma una volta regolarizzati si spostano verso il
ponente e la Val Polcevera, oppure in certe aree della Val Bisagno. A quel
punto nasce l'interesse all'acquisto: capita spesso che alcuni stranieri
vengano, chiedano informazioni, anche se non è facile che le trattative si
concludano». È una realtà che deve essere affrontata non solo con lo spirito
dell'assistenza, ma anche con lo sguardo freddo dell'economista. Se la
composizione della popolazione sta cambiando, in alcune zone più in fretta
che in altre, anche l'offerta commerciale si deve adeguare.
«Gli imprenditori devono pensare al target dei loro potenziali
clienti - continua Postani - e devono prendere atto che oggi una presenza
importante sono questi nuovi italiani. Le operazioni come San Biagio e la
Fiumara sono proibitive anche per molti genovesi: gli stranieri cercano una
edilizia popolare, in zone popolari e con finiture di livello
"normale"».
Bruno Viani
continua
Una famiglia
di eritrei a realizzato finalmente il suo sogno: una casa propria
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