Casa, il sogno degli stranieri
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Il Secolo XIX Martedì 11 dicembre 2001
 

(n. 2)

Gli immigrati stanno cambiando la mappa degli insediamenti abitativi. Cosa succede nel mercato immobiliare /1

Casa, il sogno degli stranieri

Arrivano nel centro storico poi scelgono il ponente

Il sogno di una casa e di un futuro in Italia si sposta verso ponente, come passaggio obbligato sulla strada dell'integrazione. Succede da quando la possibilità di accedere agli appartamenti di edilizia popolare è stata aperta agli immigrati regolari. Da allora è cresciuto lentamente il numero degli stranieri che hanno ottenuto una abitazione del Comune in affitto al Cep di Prà o a Begato, tanto che oggi una persona su dieci, tra le famiglie in attesa di una assegnazione, è nata all'estero.

Molti hanno fatto un passo in più: regolarizzata la posizione, riunita la famiglia, trovato un lavoro, oggi stanno chiedendo mutui bancari per comprare una casa nei quartieri dove hanno trovato alloggio, dove i prezzi sono ancora accessibili e la perdita dell'identità industriale ha lasciato vuoti anche sul mercato immobiliare.

È l'ultimo segnale che arriva dal mondo dell'immigrazione. La città da Sampierdarena verso Voltri è diventata davvero la frontiera delle speranze, il far west di chi, fino a ieri, viveva nel centro storico in appartamenti trasformati in dormitorio.

La più aggiornata fotografia delle presenze di stranieri in città è l'atlante demografico del Comune, edizione 2001, che traccia una mappa quartiere per quartiere delle presenze italiane e straniere.

Nel dettaglio: nella circoscrizione Centro Ovest il record delle presenze straniere regolari è a Sampierdarena, dove gli immigrati sono il 6,4 per cento del totale della popolazione. Poco meno al Campasso, 5,8 per cento.

In Val Polcevera i numeri scendono drasticamente, le presenze si dimezzano e solo a Certosa le statistiche segnalano un 5 per cento di stranieri regolari. Il medio ponente è diviso in due: a Cornigliano gli stranieri (poco meno del 6 per cento dei residenti) sono presenti in percentuale doppia che a Sestri ed è forte anche la presenza dei clandestini. A Prà, Voltri e Pegli i dati, che fotografano la situazione di due anni fa, non registrano ancora gran parte dei nuovi stanziamenti nelle costruzioni di edilizia popolare. I "nati all'estero" sono meno del 3 per cento, con un picco a Ca' Nuova, nel quartiere del Cep.

«Il numero degli immigrati negli appartamenti di edilizia popolare è ancora trascurabile - dice l'assessore Claudio Basso - perché pochi rientrano nelle condizioni richieste: necessario documentare l'esistenza di un contratto regolare di affitto in corso e di uno sfratto esecutivo. Ma nelle liste delle persone in attesa di casa, su 1500 nuclei familiari, quasi dieci per cento oggi è formato da stranieri. I criteri per la formazione delle graduatorie comprendono lo stato di bisogno, il basso reddito. Vengono privilegiate le mamme sole con figli. Non si guarda certo colore della pelle o la religione».

Il sogno di una casa di proprietà sta diventando realtà, giorno dopo giorno, per un numero crescente di immigrati che si trovano nella condizione di poter accedere alle offerte bancarie, a cominciare da quelle dello sportello Carige per gli immigrati, aperto nel gennaio di cinque anni fa in via Gramsci. «Quando arrivano come clandestini, gli extracomunitari trovano alloggio quasi sempre nel centro storico - dice Maurizio Postani, presidente della federazione degli agenti immobiliari - ma una volta regolarizzati si spostano verso il ponente e la Val Polcevera, oppure in certe aree della Val Bisagno. A quel punto nasce l'interesse all'acquisto: capita spesso che alcuni stranieri vengano, chiedano informazioni, anche se non è facile che le trattative si concludano». È una realtà che deve essere affrontata non solo con lo spirito dell'assistenza, ma anche con lo sguardo freddo dell'economista. Se la composizione della popolazione sta cambiando, in alcune zone più in fretta che in altre, anche l'offerta commerciale si deve adeguare.

«Gli imprenditori devono pensare al target dei loro potenziali clienti - continua Postani - e devono prendere atto che oggi una presenza importante sono questi nuovi italiani. Le operazioni come San Biagio e la Fiumara sono proibitive anche per molti genovesi: gli stranieri cercano una edilizia popolare, in zone popolari e con finiture di livello "normale"».

Bruno Viani
continua

Una famiglia di eritrei a realizzato finalmente il suo sogno: una casa propria

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