(n. 1)
Gli extracomunitari
stanno cambiando la mappa degli insediamenti abitativi. Cosa succede nel mercato
immobiliare /2
Immigrati, boom di mutui
La classifica di chi acquista un appartamento
Una casa per cambiare vita, un matrimonio per guardare al futuro con occhi
di speranza. La popolazione straniera a Genova, un tempo un universo fluttuante
che sfuggiva a ogni controllo, sta mettendo radici con la prospettiva sempre
più concreta di stabilirsi definitivamente in città e in Italia. Sono tanti i
nuovi genovesi con la pelle scura e una cultura diversa chiamati a riempire i
vuoti lasciati dalla crisi demografica: nelle statistiche del Comune sono 16
mila 857, il 4,4 per cento della popolazione totale, con pari diritti e doveri
e tanta voglia di mettere radici. Il 33,5 per cento è originario dell'America
centrale e meridionale, il 27,8 per cento dall'Africa, il 13 per cento
dall'Asia.
Ma i dati più clamorosi arrivano dall'elaborazione dei dati della Carige, la
prima banca ad aver istituito in città uno sportello indirizzato proprio agli
immigrati, aperto in via Gramsci tra aspettative e speranze. Oggi i
"vecchi" immigrati extracomunitari, superata la condizione di precarietà,
dopo aver trovato un lavoro e in molti casi aver creato una famiglia, stanno
comprando casa e hanno aperto mutui per oltre quaranta miliardi. Non cercano
ville da sogno ma appartamenti decorosi a prezzi accessibili, nelle periferie
popolari o nel cuore della città vecchia. Il mattone, il simbolo più classico
della stabilità e del radicamento, oggi èanche un business che coinvolge
sempre più gli stranieri, in veste di clienti per un mercato che cambia.
I recordmen degli investimenti sono i marocchini: non è un caso se i membri
della più vecchia comunità arrivata a Genova, tra gli anni Settanta e Ottanta,
oggi sono in testa alla classifica di chi ha acceso un mutuo per comprare casa:
a loro nome sono aperte alla Carige ben 56 pratiche, per un totale di cinque
miliardi e mezzo di lire stanziate dalla banca a titolo di prestito per
l'acquisto di una casa. Seguono Jugoslavia, Egitto e Argentina. Ma anche le colf
dell'Ecuador hanno raggiunto in alcuni casi la stabilità sufficiente a fare il
grande passo: sono ben 21 le pratiche di mutuo accese da cittadini ecuadoriani,
in gran parte donne, per un importo di due miliardi e 406 milioni. Altrettante,
anche se per un importo di "soli" un miliardo e 700 milioni, sono
le richieste presentate da peruviani.
I Paesi dell'Est sono ancora distanti. Venti mutui concessi a cittadini
dell'Estonia, venti a rappresentanti della comunità albanese, una delle più
consistenti per presenze regolari ma anche quella che conta probabilmente
il maggior numero di clandestini. Discorso analogo per i rumeni: per nove che
ce l'hanno fatta e oggi stanno comprando un appartamento, molti di più sono
i disperati fermi ai semafori a chiedere l'elemosina, senza nome, senza
passato né futuro.
Chi non può comprare ma vive "da italiano" ormai da molti anni,
la speranza è un appartamento popolare in affitto. Gli stranieri sono ormai
il dieci per cento degli iscritti alle liste d'attesa per una casa al Cep o
a Begato. Possono rientrare negli elenchi quei soggetti titolari di un
regolare contratto d'affitto ai quali i proprietari hanno imposto lo sfratto:
una condizione, paradossalmente, di privilegio che riguarda pochi fortunati
della prima immigrazione.
Il passo successivo alla casa è la famiglia. Sono più di cinquecento i
bambini nati a Genova da mamme straniere nel corso degli anni Novanta, mentre
è in crescita costante il numero dei matrimoni "misti" celebrati in
chiesa o in Comune. Una circostanza inevitabile: solo la comunità regolare
ecuadoriana registra un numero di presenze "in rosa" doppio di quello
degli uomini, per il 60 per cento sono giovani donne tra i diciotto e i
quarant'anni di età. Allora ecco che il sogno raddoppia e si fa realtà concreta:
una casa e una famiglia per costruire il futuro in Italia.
Bruno Viani
fine
Comprare una
casa: è anche il sogno degli extracomunitari. E molti lo stanno
coronando
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