Se mi è concesso, vorrei tornare sulla vicenda della maestra che ha tolto il
crocifisso dell'aula per a presenza di un musulmano.
Per non essere "etichettato" in partenza, premetto che a me il
crocifisso nelle scuole non mista bene, poiché sono un luogo pubblico dello Stato
italiano (Stato laico) e non dello Stato pontificio.
Allo stesso tempo, non mi stanno bene le gigantesche croci sulle vette dei
monti che deturpano l'ambiente e i cui significato mi sfugge (siamo quasi al
feticismo). Non mi sta bene che parte delle tasse possano essere devolute alla
Chiesa perché le tasse vanno versate allo Stato e, se poi uno vuole, si mette
la mano in tasca e dà i suoi soldi e non i miei.
Detto questo, vorrei ricordare a a "maestra" che c'è una legge che
si chiama reciprocità, che dice che un cittadino straniero che viene in Italia
non può campare diritti che non vengano garantiti pariteticamente ad un cittadino
italiano che si reca in quello Stato. Evidentemente questa maestra non è mai
stata nei paesi arabi (io sì) e, prima di fare gesti plateali improntati a
questa sorta di solidarietà pelosa, che ormai ha permeato ogni strato della
nostra società, le consiglierei di andare ad insegnare in un paese musulmano e,
comunque, non sta certo a lei decidere se togliere un crocifisso dall'aula poiché
tutti gli altri alunni che sono cattolici potrebbero volerlo.
Ormai è una moda far vedere a tutti i costi, anche con trovate puerili, che
si è "solidali" (sono arrivato al punto che questa parola mi dà
l'orticaria). Le donne musulmane vogliono la foto sulla carta di identità con
il velo (in casa nostra), bene, bisogna rispettare i loro diritti!! Non vogliono
il crocifisso? Bene, togliamolo!!
Ma quand'è che parliamo di doveri? E poi se questi signori sono venuti in
Italia (possibilmente da clandestini), dovevano pur saperlo che nel nostro Paese
ci sono delle leggi e che qualora non fossero di loro gradimento, nessuno li
tiene. Sta a vedere che sono un razzista...
Gian Paolo Buttignol
Genova
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