Un diversivo per allontanare i problemi
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Il Lavoro - Repubblica Mercoledì 5 ottobre 1994

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Oltre dieci anni fa, ossia ben prima che mi sfiorasse l'idea di contribuire personalmente ad attività politiche, sorse in me il dubbio che la previdenza pubblica sarebbe fallita prima che io avessi raggiunto l'età pensionabile.

Dopo l'iniquo “equo canone” e il tragico "servizio sanitario nazionale", era evidente che lo Stato stava diventando sempre più vorace e sempre più inefficiente, ragion per cui l'esborso delle pensioni sarebbe divenuto ben presto una spesa insostenibile.

Non dimentichiamoci che allora qualche governo Andreotti favoriva il fatto che quarantenni andassero in pensione con trentanove anni di anzianità!

Oggi non ho più alcun dubbio: chi crede che l'attuale sistema pensionistico possa reggere così com'è, diciamo, per altri dieci anni o si illude o mente a se stesso. A conferma, noto che l'attuale dibattito politico ampiamente conviene che è necessario intervenire sul sistema previdenziale e sul sistema sanitario ovvero, in sintesi, sul cosiddetto stato sociale.

Naturalmente le opinioni si diversificano circa gli interventi e le modalità di attuazione. Il governo e le forze politiche che lo sostengono hanno detto o diranno la loro. Le opposizioni facciano lo stesso: elaborino una proposta alternativa che rispetti gli inderogabili vincoli di bilancio, imposti dalla voragine di un debito pubblico apparentemente inarrestabile. Ritengo che quanto ho affermato rispetti, valorizzandole, le diversità delle forze politiche, nella profonda convinzione che sia dannoso accettare passivamente proposte, quali la finanziaria, soggette per loro natura a un serrato confronto di merito. Ma come giudicare le manifestazioni "spontanee" di questi giorni?

Anche qui non ho dubbi: le forze politiche che oggi si sentono messe in disparte per incapacità propositiva, Pds in testa, giocano il tutto per tutto, agitano la piazza incuranti delle dannose conseguenze economiche che queste manifestazioni produrranno proprio sui manifestanti in quanto la crisi colpisce più gravemente i ceti meno abbienti.

Genova insorge e diventa la capitale della protesta. Vessata da un sindaco privo di idee, umiliata da una giunta che brilla per incapacità politica e irresponsabilità amministrativa (il caso Expo si commenta da solo), Genova trova nelle manifestazioni di piazza un diversivo per non pensare ai veri problemi. È questa l'umiliante tattica con cui la sinistra ha da sempre ingannato i propri elettori.

Mentre sono assolutamente convinto di questo giudizio politico, non ignoro né sottovaluto che la maggior parte dei manifestanti ha davvero ragione a reclamare giustizia, equità sociale, tutela dei ceti deboli. Certamente la manovra del governo può essere migliorata, e la Lega in questo si impegna, ma rifletta chi manifesta e si domandi se le manifestazioni di questi giorni siano davvero spontanee o non siano, più realisticamente, provocate ad arte. E si chieda chi manifesta se il primato che Genova ha conquistato tuteli gli interessi dei deboli o quelli di partiti morenti e privi di responsabilità politica e sociale.

Povera Genova quali altri primati sogno per te!

Consigliere Comunale
della Lega Nord Liguria
Franco Bampi

Genova, 2 ottobre 1994


Il Lavoro - Repubblica Giovedì 6 ottobre 1994
L'Intervento

Caro Bampi, i lavoratori non sono senza cervello

Dal capogruppo Pds in consiglio comunale riceviamo e pubblichiamo.

1) Dopo Baget Bozzo anche Bampi, Consigliere comunale leghista, se la prende con "la piazza". I problemi sarebbero altri, anzi le manifestazioni sarebbero condotte ad arte dal Pds per allontanare l'attenzione dai problemi veri. Mi colpisce prima di tutto il disprezzo per i lavoratori contenuto in questo ragionamento. Chi manifesta in questi giorni non avrebbe capacità di valutazione propria a, ma sarebbe solo strumentalizzato dalla sinistra e dal Pds. È una vecchia storia, un cliché per nulla originale. E forse non varrebbe neanche la pena di rispondere, vista l'efficacia dei fatti: i lavoratori di tutti i settori hanno di fronte una politica governativa che pensa di risanare la finanza pubblica a senso unico. Tanti tagli alla sanità e alle pensioni, tanti condoni per gli evasori. Questa è la ricetta che anche Bampi, come il Governo, considera inevitabile. I lavoratori pensano e rivendicano altre politiche; rigore non a senso unico ed equità.

Ma colpisce anche la straordinaria miopia del Consigliere (ex capogruppo) leghista. Non vede che tra i manifestanti, tra coloro che oggi protestano, vi sono senza dubbio anche lavoratori che hanno votato per la Lega e Forza Italia, che avevano creduto alle promesse fatte in campagna elettorale e oggi platealmente smentite. La vera novità della seconda Repubblica sta proprio nel fatto che anche forze come la Lega sono completamente allineate e appiattite sulla riedizione delle più vecchie politiche della prima Repubblica.

2) Si può risanare in altri modi. Il Consiglio comunale di Genova si appresta ad approvare il bilancio preventivo per il ’95. 1 tagli dei trasferimenti statali sono notevoli. Nel 1990 lo Stato trasferiva al Comune circa 650 miliardi (800 a valori attuali). Nel '95 ne trasferisce 433. La metà. Anche per questa via il Governo fa pagare i cittadini. Eppure noi, le forze di maggioranza e la Giunta, abbiamo scelto di invertire una tendenza. Abbiamo scelto di rompere la tenaglia in cui anche quest'anno Berlusconi vorrebbe costringerci, quella di imporre nuovi balzelli ai cittadini per coprire così i minori trasferimenti. Con il bilancio approveremo di fatto una riduzione dell'Ici per le 181.000 famiglie genovesi che abitano in case di loro proprietà. E insieme abbasseremo fino ad annullare in certi casi un balzello che grava in particolare sulle imprese artigiane e commerciali (il canone ricognitorio). Si risparmierà sulle spese di funzionamento e razionalizzando la macchina comunale. È poco, ma è un modo di verso di risanare la finanza pubblica.

Ho già avuto modo di dire a Bampi che la sua ricetta di politica sociale per i portatori di handicap assomiglia alla "rupe tarpea". Ora ho capito quale sia la sua ricetta per riequilibrare il sistema pensionistico: togliere le pensioni. Di più potrebbe solo proporre di uccidere i pensionati.

UBALDO BENVENUTI