Fiumara, la coerenza degli ingegneri
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Il Secolo XIX Sabato 19 ottobre 1996
L'Opinione

Da tempo la destinazione dell'area di Sampierdarena denominata Fiumara (in lingua nostra scciummaea) occupa, a tempi alterni, le pagine dei quotidiani genovesi. È noto che il Pds vorrebbe destinare l'area a una lottizzazione gestita dalle cooperative per costruire due palazzi residenziali, una torre direzionale, un palazzetto dello sport, un parco e la sede unica della Facoltà di Ingegneria. È noto parimenti che gli ambienti portuali e industriali e autorevoli esponenti del Polo hanno evidenziato che la destinazione più appropriata per tale area sarebbe quella di supporto alle attività portuali, la cui crescita è ormai un fatto certo.

Personalmente mi ero risolto a non intervenire sul tema per tre motivi: sono professore della Facoltà di Ingegneria e direttore dell'Istituto matematico di Ingegneria, attualmente ospitato nel Padiglione D della Fiera del Mare e quindi una delle prime strutture da trasferire; inoltre sono consigliere comunale e, come tale, portatore di interessi diffusi: gli interessi della cittadinanza genovese; in ultimo, abito a cinque minuti a piedi dalla Fiumara. Queste concorrenze mi hanno fatto ritenere che la mia posizione avrebbe potuto essere fraintesa qualunque fosse stato il mio giudizio sul problema. Tuttavia la polemica di questi ultimi giorni mi impone di intervenire per affermare con forza che la Facoltà di Ingegneria e l'Università genovese si stanno comportando in modo assolutamente chiaro e coerente con le scelte effettuate e dichiarate dal governo dell'Ateneo. Vorrei spiegare il perché.

Nonostante le differenti opinioni espresse all'interno della Facoltà, si era giunti a una risoluzione del Senato Accademico per siglare, con gli enti locali, un accordo di programma. Ora, non solo è corretto, ma è assolutamente doveroso che l'Università tuteli con fermezza quelli che sono i suoi scopi istituzionali fondamentali: la formazione dei laureati e l'attività di ricerca. Pertanto l'Università, mentre esprimeva la propria disponibilità al trasferimento di Ingegneria nell'area Fiumara, si preoccupava giustamente delle condizioni ambientali del sito, della gestione del transitorio, delle modalità del trasferimento e, ultimo ma non di minore importanza, di che cosa accadrebbe se i rilevanti finanziamenti, dell'ordine di 200 miliardi, non fossero reperibili.

Diverso, e di ben più basso profilo, è stato l'atteggiamento degli enti locali, del Comune in particolare, ispirati dal Pds, partito pervasivo, egemone e costantemente indaffarato ad occupare tutte le posizioni di potere. Infatti, non appena ottenuto il consenso, serio e articolato, dell'Ateneo genovese, questi politicanti di mestiere si sono solo preoccupati di scrivere nella bozza di Piano Regolatore Generale la soluzione finale, ignorando ogni transitorio e, ciò che è peggio, omettendo qualsiasi previsione in caso di mancanza dei rilevanti finanziamenti statali. La Facoltà di Ingegneria, responsabilmente, ha ritenuto necessario chiedere al Rettore di differire la firma dell'accordo per ottenere dal Comune di Genova un preciso chiarimento e un inequivocabile rispetto delle proprie decisioni e disponibilità, giudicando verosimile l'eventualità di trovarsi ingessata nella configurazione attuale senza alcuna prospettiva, con grave danno per l'attività dei professori, ma soprattutto estremo danno per gli studenti costretti a permanere in una situazione di disagio strutturale.

Fa drammaticamente tenerezza vedere come si affannano i funzionari pidiessini di ogni livello per esibirsi in polemiche sterili, in strumentali disquisizioni, in improbabili accuse quando sarebbe bastato un serio e responsabile rispetto delle intese raggiunte per evitare tutto ciò. Volevo tacere: ma il profondo rispetto che nutro nei confronti dei miei concittadini mi ha imposto di intervenire. Chiedo allora a ogni lettore di rispondere a se stesso: se Genova avesse a disposizione 200 miliardi sarebbe opportuno investire questi soldi nel trasferimento della Facoltà di Ingegneria alla Fiumara quando, con molto meno, potrebbe sistemarsi definitivamente? Rispondete: ritenete che sia questa la priorità genovese?

Prof. Franco Bampi
Capogruppo del Polo Nord
Comune di Genova

Genova, 14 ottobre 1996