Il famigerato "Piano Urbano del Traffico" (Put) fu approvato dal consiglio
comunale circa un anno fa dopo le tre del mattino: l'opposizione del centro-destra,
rappresentata in consiglio comunale da Alleanza Nazionale e dal Polo Nord,
aveva deciso di prolungare i lavori del consiglio ad un'ora antelucana per
dare un segnale forte alla città. Attenzione! L'approvazione certa del Put
da parte della maggioranza del consiglio comunale (Pds in testa) sarà funesta
per la città, umiliante per i disabili e gli anziani, impediti nelle operazioni
di salita e discesa dalle autovetture, dispendiosa se non addirittura letale
per i commercianti, privati di possibilità di carico e scarico delle merci,
devastante per gli automobilisti, costretti a lunghissime circonvoluzioni per
poter giungere a destinazione.
Da allora, su queste colonne e in consiglio comunale, mi sono sempre riferito
all'ideatore del Put, Pier Mario Villa, scelto erratamente dal sindaco Sansa
quale assessore al traffico, con l'appellativo di Vessatore Comunale: Lui che
neppure ha la patente e che soffre di paranoia amministrativa contro le automobili
(identificazione del Male assoluto) oggi decide ciò che è giusto e saggio per gli
automobilisti genovesi!
Come spesso accade, ciò che avviene nella Sala Rossa di Tursi ha poca risonanza
nella città che lavora e che produce, anche se la stampa cittadina ha dato un
certo risalto all'azione dimostrativa del centro-destra. Preoccupati delle
infauste conseguenze, il consigliere di An Bernabò Brea ed io abbiamo effettuato
un sopralluogo e quindi redatto un'interpellanza per cercare di mitigare le onerose
conseguenze del doppio senso in Via Balbi e dell'inversione del senso di
circolazione in Via delle Fontane. Purtroppo temiamo che la nostra voce rimarrà
inascoltata!
Ma qui voglio ricordare (ed è il motivo di questo
il mio intervento) che il Put prevede anche la
chiusura al traffico privato di via S. Lorenzo, la chiusura al traffico privato
e la realizzazione del doppio senso di marcia per automezzi pubblici di via Serra.
Lascio ai lettori immaginare ciò che accadrà! Io solo ricordo che uno degli scopi
dell'infame Put è quello di «gerarchizzare i flussi di accessibilità veicolare
alle zone centrali attraverso circuiti canalizzati confluenti in "stanze" non
intercomunicanti se non attraverso il trasporto pubblico» (tratto dal Put,
obiettivi). In altre parole rendere sempre più difficoltosa la circolazione nel
centro.
Cittadini automobilisti: io non ho mai chiesto a quale partito appartenesse
il cittadino che si rivolgeva a me per aiuto, consiglio o informazione: spetta
ora a Voi far sentire la vostra voce contro un regime vessatorio e violento che
ci opprime e ci uccide. Oggi è caldo, vado al mare, ma sono sempre con chi ha
la forza e la tenacia di non lasciarsi soffocare dal peggiore dei mali:
l'indifferenza.
Prof. Franco Bampi
Capogruppo del Polo Nord
Comune di Genova
Genova, 6 agosto 1996
Il Lavoro - Repubblica
Sabato 10 agosto 1996
Interventi
Il traffico modello Calcutta del prof. Bampi
Ho letto con divertito stupore l’exploit del Consigliere, prof. Franco Bampi,
Capogruppo del "Polo Nord" sulle questioni del Piano Urbano del Traffico ("Lavoro"
del 8/8). Francamente, da una opposizione ci si potrebbe attendere di più che
l’infantile contestazione che l’Assessore non ha la patente di guida (per fare il
Ministro dei Trasporti bisogna saper guidare il treno?) o profezie non supportate
da alcun dato tecnico, di futuri ingorghi o paralisi. Il Prof. Bampi si vanta di
aver prolungato fino a notte fonda l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale,
del Piano Urbano del Traffico. Vanto che gli lascio volentieri, visto che si tratta
di un semplice ed ottuso ostruzionismo, privo di una - dico una proposta
alternativa, come sarebbe lecito attendersi da qualunque "opposizione" degna di
tal nome in un contesto civile.
Ma, in realtà, nonostante queste dimostrazioni di pochezza, un merito - certo
involontario - al Prof. Bampi va riconosciuto: dimostrare, oltre ogni dubbio e
chiacchiere, che la destra al governo della città eviterebbe accuratamente di
affrontare le questioni del traffico e, quindi, di combattere i fenomeni di
congestione, inquinamento e degrado urbano che ciò comporta. Si guarderebbe bene
dal "disturbare" l’uso eccessivo dell’auto e sarebbe prona e subalterna ai voleri
e ai poteri che da sempre non vogliono ridurre gli impatti della circolazione in
termini compatibili con la salute e l’ambiente.
Se nella sua concezione del traffico il Prof. Bampi preferisce ispirarsi più a
Calcutta che a Zurigo è padrone di farlo e di interpretare in tal modo il proprio
ruolo di simbolo verso una crescita della qualità urbana. Tuttavia, per non farmi
intrappolare in una semplice, quanto sterile polemica, va ricordato - se mai ce ne
fosse bisogno - che il Piano Traffico e gli interventi collegati (in corso e in
programma) nascono dall’esigenza di riorganizzare gli schemi di circolazione, con
diversi, ma contestuali obiettivi: 1) dare priorità la trasporto pubblico, 2) mitigare
gli impatti ambientali del traffico, 3) disciplinare in modo più razionale la sosta,
4) riqualificare i contesti urbani, rendendoli più vivibili, in particolare
quelli con valenze storiche, 5) creare isole pedonali più estese, 6) aumentare
la sicurezza dei pedoni, 7) inserire elementi di tecnologia nella gestione,
8) sostenere tali politiche con adeguati investimenti.
Al Piano regolatore è invece affidato il compito di individuare le nuove
infrastrutture al servizio della mobilità. Si tratta, certo, di sfide difficili,
già affrontate, non senza problemi, in molte città europee (anche sulla base di
politiche nazionali più lungimiranti), che vanno attuate anche nelle nostre città,
così pesantemente colpite da un abnorme tasso di motorizzazione non accompagnato da
adeguati investimenti per i trasporti pubblici. In questa attività è importante
supporto tecnico-scientifico all’azione del Comune l’Istituto Trasporti della
Facoltà di Ingegneria, con l’elaborazione di modelli di simulazione.
Si è, in conclusione, messa in campo una precisa volontà politica tesa a
governare ed eliminare una indiscriminata crescita della mobilità individuale,
sia una riconosciuta capacità di analisi tecnica. Per fare tutto ciò non ci vuole
la patente, ma servono idee. Al Consigliere Prof. Bampi, che certo ha la patente,
resta da dimostrare di avere, in proposito, anche delle idee.
Piero Villa
Assessore al Traffico
del Comune di Genova
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