I sondaggi, si sa, danno un'indicazione sull'opinione che la popolazione ha
maturato nel momento in cui il sondaggio è stato effettuato. Le tecniche
statistiche impiegate sono sufficientemente sofisticate da fornire risultati
credibili. Infine le ditte che effettuano i sondaggi sono serie e
professionalmente corrette. La mia opinione è che, da questi punti di
vista, i sondaggi sono assolutamente affidabili. Nonostante ciò, è mia profonda
convinzione che i sondaggi sulle elezioni del sindaco e del consiglio comunale
siano largamente inaffidabili: cercherò di spiegare il perché.
Il 16 novembre i cittadini genovesi sono chiamati ad eleggere ben cinque
organismi: il presidente della provincia e il consiglio provinciale, una prima
scheda, il sindaco e il consiglio comunale, una seconda scheda, i consigli
di circoscrizione, una terza scheda. Gli elettori, quindi, si troveranno
alla presa con tre schede. Il guaio è che le modalità di voto di ogni scheda
sono differenti. Come Sansa e Castellaneta predicano, nel caso dell'elezione
del sindaco e del consiglio comunale è possibile dare il voto disgiunto,
ossia è possibile votare un partito e un candidato sindaco non presentato
da quel partito: in altre parole è possibile tracciare due croci sulla
scheda (il partito e il candidato sindaco) oltre al voto di preferenza che
si esprime scrivendo il nome di un candidato per il consiglio comunale a fianco
del simbolo del partito. Nel caso delle elezioni provinciali è vietato,
pena l'annullamento del voto, tracciare una croce sul candidato a presidente
della provincia o sul candidato al consiglio provinciale: si può solo
votare il partito e così facendo si vota automaticamente anche il candidato
alla presidenza presentato da quel partito. Per i consigli di circoscrizione
non vi sono candidati ma solo una lista di partiti: è possibile
esprimere la preferenza per il candidato alla circoscrizione. Questa,
in sintesi, è la situazione che l'elettore si troverà di fronte quando
dovrà, da solo in cabina elettorale, esprimere la propria scelta. Differente
è la situazione dei sondaggi. Il sondaggio, per sua natura è orale:
l'intervistatore pone delle domande e registra delle risposte. L'intervistato
non vede schede, non appone croci, non scrive nomi, se ha dei dubbi
chiede spiegazioni. Il sondaggio è colloquiale, confortevole ed invitante.
Inoltre in nessun sondaggio è stato chiesto se l'intervistato sa quante
schede riceverà, se conosce le differenti modalità di voto, se è informato
che può dare il voto disgiunto in un solo caso, in altre parole in
nessun sondaggio è stata simulata la situazione di voto come sarà in cabina.
Per questo i sondaggi che abbiamo letto sui giornali non sono affidabili:
essi non simulano la realtà, che questa volta è veramente complessa e non
usuale perché due candidati quotati dai sondaggi non sono sorretti da alcun
partito. Potremmo dunque fare la seguente osservazione: se i partiti prevarranno,
ossia se gli elettori, magari per non sbagliare, voteranno lo stesso
partito su tutte le schede allora è evidente che al ballottaggio andranno
Eva e Pericu.
Se invece l'elettorato avrà maturato sufficiente consapevolezza
delle modalità di voto la partita sembra aperta: e potrebbe davvero
prevalere chi avrà saputo parlare di più alla gente e conquistarne
la fiducia.
Prof. Franco Bampi
Consigliere Comunale
(Forza Italia)
Genova, 20 ottobre 1997
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