Leggo sempre più sbigottito quanto padre Giacomo Grasso, forse afflitto dagli
affanni dell’età, continua a scrivere come corsivista della testata "Il Lavoro".
Questa volta si accollato l’impegno di difendere gli interessi, ancorché legittimi,
delle cooperative rosse. Sbaglia molte volte e cercherò di spiegare il
perché. Innanzi tutto sfatiamo un mito: la presenza della Facoltà di
Architettura a Sarzano non ha risanato un bel niente. Certo oggi possiamo
vedere che la pavimentazione di Via Ravecca è stata rifatta, possiamo
ammirare qualche palazzo ristrutturato in un’ottica speculativa (legittima!) di
qualcuno, vediamo persone che di giorno circolano nello Stradone di Sant’Agostino.
L’unica cosa che possiamo dedurre è che alle solite vie frequentate del centro
storico (Via Orefici, Via San Luca, Via Luccoli, Campetto e poche altre) possiamo
aggiungere lo Stradone. Di notte cala il coprifuoco lì come in quasi tutto il
centro storico perché i soliti spacciatori, sbandati, e protettori, qualunque sia
il colore della loro pelle, occupano ciò che ritengono essere loro e su cui
vogliono incontrastato dominio.
Fiumara: operazione da almeno 500 miliardi in appannaggio delle cooperative
rosse. Fiumara: riempimento tardo ottocentesco del tutto estraneo al tessuto urbano
di San Pier d’Arena
Sampierdarena che si articola invece lungo la
direttrice Via De Marini (la perduta Coscia), Via Dottesio, Via don d’Aste,
Via Rolando, direttrice per l’oltre giogo lungo la quale sono presenti quasi trenta
delle quaranta ville di San Pier d’Arena, ormai ricordo nostalgico del
"luogo di splendidi giardini e di magnifiche ville", che si legge ancora sulle
antiche carte. Fiumara: da sempre sede di industria pesante, posto di lavoro per
operai, tecnici, dirigenti, ricordo di una Genova ricca operosa; Fiumara: sede
naturale per le attività retroportuali di un porto che sembra ritrovare
l’antico fasto di fiorenti traffici marittimi.
Altra diceria da sfatare: Ingegneria non ha detto no alla Fiumara: Ingegneria
ha posto delle ondizioni minime per potere svolgere i compiti ai lei affidati dalle
leggi dello Stato: il progresso della scienza e la cultura per l’esercizio degli
uffici e delle professioni. Ingegneria, e con lei l’Ateneo Genovese, ha ritenuto
che la strada a scorrimento veloce, prevista dal Prg, e le acciaierie inquinanti
fossero tra i motivi più importanti per rendere incompatibile il sito della
Fiumara con la presenza di attività universitarie, a qualunque facoltà esse
appartengano. Ecco perché Ingegneria ha detto no alla Fiumara, senza dire no a
valutare altre ipotesi di trasferimento a ponente.
Infine le scuole superiori a Fiumara: un gulag dei tempi migliori dello
stalinismo! Per loro natura le scuole superiori sono vive di mattina e piuttosto
spente nel pomeriggio (e ovviamente di notte). La destinazione Fiumara è dettata
solo dalla volontà di riempire un po’ di metri quadri altrimenti inutilizzabili:
poveri i nostri figli se dovranno andare in un luogo segregato dal resto della città,
un gulag appunto, solo per compiacere a interessi (ripeto legittimi) di
soggetti privati!
Padre Grasso: come mi piacerebbe se il suo spirito cristiano potesse essere così
grande da essere al di sopra del mondo e non così angusto da vedere solo la mano
sinistra!
Prof. Franco Bampi
Dirigente di Forza Italia
Genova, 8 giugno 1998>
Il Lavoro - Repubblica
Lunedì 8 giugno 1998
Il Corsivo
Ingegneri alla Fiumara. Un miracolo da Serse a Berlinguer
Ho letto sul La Repubblica - Il Lavoro di mercoledì 3 giugno il breve
ma intenso articolo di Silvio Ferrari. Da critico e pensatore di razza Silvio
Ferrari ha fatto comprendere ai tanti che già hanno visto, ai tantissimi che
vedranno I Persiani non solo quanto Eschilo comunica da più di duemila
anni, ma quanto Tonino Conte, Lele Luzzati, Sergio Maifredi e i tanti attori,
nonché il Coro delle "voci Atroci", hanno aggiunto al testo facendolo veramente
vivere. Quel che non ho trovato nel testo di Ferrari, e che avrei desiderato
fosse almeno accennato perché di fatto altri articoli ne parlavano, è stato un
"j'accuse" alla Facoltà di Ingegneria o, meglio, a quanti di quella Facoltà hanno
bocciato il progetto che avrebbe portato la Facoltà alla Fiumara.
A Genova, per tanti motivi, molte Facoltà hanno cambiato sede. Quelle che si
sono sistemate all'Albergo dei Poveri, a parte le soluzioni architettoniche
discutibili perché non è tipologia da scuola quella della nave (semmai era più
vera la falsa prua di nave inventata per Mussolini in piazza della Vittoria nel
1938...), si sono allogate in un luogo di miseria voluto da chi non provvedeva ad
eliminare la miseria ma a nasconderla sotto nobili volte. Architettura, anche se
il progetto Gardella prevedeva una sede per la Facoltà di Lettere, è entrata
nella sua seconda fase, in una nobilissima realtà che aiuta gli studenti a
partire dal quinto secolo avanti Cristo e li porta nel medioevo dei Vescovi e
poi in quello delle Monache claustrali e tutto dice nobiltà e vita. Le monache
di clausura sono segno forte, almeno per chi crede nell'umiliazione di un Dio
che si fa vero uomo svuotando la sua divinità. Limitiamo in uno spazio
circoscritto il loro vivere come ha fatto il loro Dio... Gli studenti ne sono
arricchiti, e forse i docenti vedono potenziato il loro insegnamento.
Se Ingegneria si fosse trasferita alla Fiumara - ma è davvero detta l'ultima
parola? non è possibile un ripensamento? non può intervenire il Ministro? - gli
studenti avrebbero respirato un'aria ben adatta al loro studio.
Ed avrebbero creato quell'indotto che nessuna scuola media
superiore può dare. Gli studenti sono sempre più abituati a vivere per
conto loro. Edilizia privata e pubblica, come avviene attorno alla sede di
Architettura, avrebbero potuto esprimersi, e con essa tanto altro che era
già stato prospettato.
Se è vero, e forse Silvio Ferrari ne sa più di me, che il non è nato anche da
motivi di principio ("bisognava essere interpellati prima" e amenità del genere),
è stata ben misera cosa.
Il Professor Edoardo Benvenuto, cui va tutto il merito di
Architettura a Sarzano, sapeva bene di dover fare un atto di forza se si
voleva giungere al risultato che c'è stato e ottimo. Silvio Ferrari ha il
suo stile di riservatezza e di attenzione per le idee altrui che forse lo
ha fatto tacere. Io sono abitualmente irruente, ripropongo il problema, lo
faccio dopo aver assistito a I Persiani e meditando che forse Serse
non è solo un bravo attore che dall'alto si esprime ma porta i cento
tratti dei volti dei docenti di Ingegneria che hanno detto: "No alla
Fiumara".
padre Giacomo Grasso
Il Lavoro - Repubblica
Lunedì 15 giugno 1998
Intervento
Ma il coprifuoco a Sarzano lo vede solo Bampi
Sarcastica risposta all'intervento del "dirigente di Forza Italia" sulla
Fiumara
Leggo su La repubblica - Il Lavoro di martedì 9 giugno un
breve scritto di tal Franco Bampi che si firma come "dirigente di
Forza Italia". Prima di entrare nel merito dello scritto in cui sono
stato citato, e sgridato!, vorrei dire intanto di non conoscere nessun
dirigente o socio delle "cooperative rosse", e tanto più nessun
organizzatore, o votante, di Forza Italia. Se, di fatto, ne conosco, non
li conosco in quanto berlusconiani ma perché persone umane che, come
tali, sempre voglio incontrare e accettare.
Forza Italia è in sé espressione penosa. La si usa negli
stadi dove la squadra dell'Italia (maglia ahimé azzurra in onore dei
colori araldici dell'ex casa Savoia) gareggia con squadra di altra
nazione. A me sembrerebbe molto più cortese parteggiare, se si gioca in
Italia, per la squadra straniera. Se si è all'estero per la squadra
estera, se il Paese contro cui si gioca ha un reddito pro capite più
basso del nostro. Potrebbe anche essere il sostitutivo malamente
postmoderno del grido "Avanti Savoia". Un grido che nel
Risorgimento è risuonato bene fino al 1866, poi è diventato grido
infame, per via delle guerre coloniali, fino alla guerra d'Etiopia. Per
non dire nella prima e seconda guerra mondiale, "inutile strage"
come ebbe a scrivere il grande Papa genovese, Benedetto XV.
Di tutti i Savoia solo due morirono in guerra. Il conte di
Salemi, figlio di Amedeo d'Aosta e di sua nipote (figlia di una sorella),
un ragazzo disgraziato, cleptomane, forse fucilato dai Carabinieri, e
Amedeo di Savoia Aosta, nipote di Amedeo Ferdinando, che morì nella
prigionia in Kenia essendo stato Viceré di Etiopia e dunque accettato le
leggi razziali durissime che vigevano per decisione dell'Imperatore
d'Etiopia, suo cugino, in quel Paese.
La sua morte lo riscattò certamente dai misfatti accettati. Si può poi
ricordare la povera Mafalda di Savoia, langravia di Assia la cui morte a
Mathausen va probabilmente collegata alle trame cui era stata abituata dalla
montenegrina, educata (sic!) in Russia, sua madre. Anche Mafalda Savoia Assia
si riscattò
In nessun caso, dunque, Forza Italia è bella espressione.
Lasciamola ai clonati e a chi fa del divino marchese De sade la
propria bandiera: "È bene perché mi piace". Può paicere
essere al silicone, dunque è un bene farsi siliconare.
Ritorniamo alla Fiumara. O meglio allo scritto del Bampi
sulla Fiumara. Intanto a quel che chiede, di sfatare il mito, quello che
si riferirebbe ad un ruolo che Architettura non ha svolto. Se il Bampi
dicesse che non è solo merito di Architettura, ma anche del Museo di
Sant'Agostino, del teatro della Tosse, del ristorante Le Chiocciole, delle
decine di pubblici esercizi che si sono aperti o trasformati, gli
replicherei dicendo che sì, ha ragione, non avrei dovuto citare solo
Architettura, mitizzandola. Per Bampi, invece, di notte "cala il
coprifuoco, ecc." il che è soltanto falso. Se vuole lo porterò con
me, quale sera della settimana scelga. La domenica sera, quando tutto è
chiuso, è aperta perlomeno La Polena e ci si sta bene, in piazza delle
Scuole Pie.
Ho già scritto che il piano delle cooperative rosse non
lo conosco, come non conosco quelle cooperative. La retorica descrizione
di San Pier d'Arena (almeno il Bampi si ricordi di scrivere così il nome
di quel borgo tra il marinaro e il da vacanza, vedi le ville), non mi
tocca più di tanto. Né il riferimento ai compiti affidati ad una
Facoltà dalle leggi dello Stato. Il prof. Edoardo Benvenuto che cercò di
sostenere la scelta di Ingegneria alla Fiumara, tali leggi conosce, e le
osservazioni ecologiche sanno più da Verde che non da berlusconiano che
forse è ecologico solo ad Arcore e a Portofino.
Non entro nella questione delle scuole superiori perché,
come ho scritto, io pure sono dissenziente.
Termino sull'invito del Bampi a far sì che il mio spirito
cristiano possa essere così grande da essere "al di sopra del
mondo" Forse il Bampi non è cristiano. Se lo fosse saprebbe che nel
vangelo secondo Giovanni Gesù insegna ai suoi ad essere "nel mondo
ma non del mondo" non dunque sopra del mondo. Quanto ad uno spirito
"così angusto da vedere solo la mano sinistra" so che a
proposito di "mano sinistra" il vangelo secondo Matteo insegna
semmai a far sì che "non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua
destra..." E con ciò mi sembra che basti a Bampi.
padre Giacomo Grasso
Il Lavoro - Repubblica
Martedì 16 giugno 1998
La replica
Bampi a Grasso: solo un toponimo ci unisce
Lo scritto di Padre Grasso su Il Lavoro di ieri sarà giudicato, come deve
essere, dai lettori. Per dovere di correttezza a me preme ricordare che Il Lavoro
di venerdì 18 aprile 1997 riporta la dichiarazione del prof. Edoardo Benvenuto:
"Fiumara: sono sempre contrario: è un’operazione immobiliare". Infine, cosa cui
tengo moltissimo, nel testo originale io ho scritto, come sempre scrivo,
"San Pier d’Arena": è il trascrittore che ha riportato il toponimo
tutto attaccato. Sulla grafia, e solo su quella!, sono in perfetto accordo
con Padre Grasso.
Franco Bampi
(Dirigente di Forza Italia)
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