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Corriere Mercantile
Martedì 2 maggio 2006
POLEMICHE PER LA
VISITA DEI PRINCIPI
«Indietro, Savoia»
Sit in degli indipendentisti, protesta dei monarchici
Ricusati dai monarchici, contestati dagli indipendentisti liguri. Nasce sotto
1'insegna della protesta la visita genovese degli eredi di Casa Savoia, Vittorio
Emanuele, la moglie Marina Doria (la sua famiglia è di origine genovese)e il figlio
Emanuele Filiberto. Se il Movimento Indipendentista Ligure sta preparando agli
ultimi discendenti dei re d'Italia un'accoglienza «pacifica ma rumorosa», come
sottolinea Franco Bampi, segretario del M.I.L., i monarchici di Stella e Corona
molto più semplicemente ignoreranno la loro venuta.
La prima visita a Genova di Vittorio Emanuele sta dunque accendendo gli animi:
invitato dal principe Domenico Pallavicino, da sempre vicino ai Savoia, il figlio
del "re di maggio" incontrerà alcuni rappresentanti delle istituzioni e, stando ai
si dice, dovrebbe anche essere ricevuto in udienza dal cardinale Bertone. «È
inaudito - tuona Bampi - perché si tratta di una visita privata di semplici cittadini».
Invece, proprio per "proteggere" i reali ospiti e i loro invitati eccellenti con
tanto di scorte, attorno a palazzo Pallavicino, sede del ricevimento, è stata creata
una mini zona rossa. «Per questo la questura, autorizzando la nostra manifestazione,
ha però chiesto che fosse spostata di qualche metro», dicono ancora dal M.I.L. che
vedrà rinforzate le proprie fila anche da un gruppo anti-savoiardi provenienti da
Napoli. «Perché, mi chiedo - è la domanda pleonastica di Bampi - il sindaco e il
prefetto, rappresentanti di istituzioni dell'Italia repubblicana, vanno a rendere
omaggio ai Savoia?» tanto più, aggiunge, che tra Genova e l'ex dinastia regnante,
i rapporti sono sempre stati difficili, «a partire dal 1580»
precisano gli indipendentisti. «Dietro a ogni congiura che si realizzò a Genova
c'erano sempre loro», i Savoia appunto. Così come furono i re di Sardegna a soffiare
sul fuoco delle ostilità tra Savona e Genova. Per non parlare delle stragi compiute
dai soldati savoiardi nel 1849, durante le "dieci giornate di Genova" «Dall'1 al
10
aprile circa trentamila soldati sabaudi misero a ferro e fuoco Genova - spiega -
effettuando un vero e proprio saccheggio, con omicidi e violenze di ogni genere».
«In una dinastia - conclude Bampi - le colpe dei padri ricadono sui figli, visto
che questi figli non hanno mai rinunciato alle loro prerogative, né hanno mai chiesto
perdono per i peccati degli antenati. E mi limito a considerare solo la storia di
Genova».
Eredi di un regno che, comunque, non c'è più? Neppure per sogno: a non riconoscerli
come tali sono i monarchici di Alleanza Monarchica Stella e Corona. Massimo Mellucci,
vicepresidente nazionale dell'associazione è esplicito: «Questa visita ci lascia
indifferenti. Il nostro è un movimento politico, non un circolo di corte. Non ci
interessano patacche, pennacchi o mantelli e comunque sia Vittorio Emanuele che
Emanuele Filiberto, con i fatti e con le parole, si sono autoesclusi da qualsiasi
progetto monarchico e non possono essere considerati pretendenti al trono. Sono solo
due signori che portano un cognome storico, e basta».
MIRIANA REBAUDO
 |
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Emanuele Filiberto
e la moglie
Clotilde nel dicembre 2004
avevano portato aiuti alla
mensa dei poveri
dei frati Cappuccini
di via Bertani.
Anche Marina Doria, la cui
famiglia è di origine ligure, è
spesso tornata a Genova |
Vittorio
Emanuele di Savoia mostra il passaporto italiano dopo il suo rientro
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