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Il Giornale

Sabato 18 marzo 2006


UNO SCOPO: IL RECUPERO AMMINISTRATIVO

Il passato è stato grande ma ora pensiamo al futuro

Emanuele Franchini Faliero

Visto che la querelle sull'identità dei Liguri prosegue, mi permetto ancora una volta dire la mia.

Ho l'impressione che il quesito originale se esista o meno un'identità ligure stia scivolando in una disamina sui difetti o pregi dei genovesi testimoniando gli stessi con fasti o nefasti passati.

Naturalmente, come sempre in Italia, quando si deve testimoniare qualche fatto, leggenda, diceria chi ti spunta??? Dante Alighieri!!! Il quale ce l'aveva sì con i Genovesi. Però ce l'aveva anche con i Pisani, Lucchesi, Fiorentini, con il Papa e un poco con tutti tanto è vero che è morto in esilio. Onore al massimo poeta, come poeta, ma non mi sembra che da un punto di vista politico il nostro grande possa essere preso da esempio visto e considerato che il suo concetto base era quello di vedere l'Italia asservita all'imperatore tedesco.

Gli esempi negativi, invero sporadici ed anche controversi nell'arco di una storia plurimillenaria, non possono essere presi quale base per dimostrare una presunta «gramizia» dei Liguri e dei Genovesi, che come dice giustamente Gianni Silvestri non erano mammolette; ma per fortuna!! dico io, in quanto essere mammolette a quei tempi dove di«mammolo» nulla c'era avrebbe voluto dire fare la fine dell'agnello nel branco di lupi.

Ma, infine, quali sono questi episodi negativi che gravano sulla nostra gente? e sono tali episodi che impedirebbero secondo alcuni lo stabilire che non esiste un'identità Ligure? Mi sembra proprio che la querelle si stia attorcigliando attorno a se stessa in contrapposizioni che non sono quelle di partenza.

Se l'operato di Gian Andrea Doria a Lepanto è stato vile come dice il signor Petrella (ma Ginzburg e Capitani collaboratori dell'Istituto della Enciclopedia Italiana sono di idea differente) come può pesare sulla questione?? Di Dante Alighieri e della sua stizza verso tutto e tutti già ho detto. Sulle maledizioni degli abitanti di Ikaria sinceramente non posso dire in quanto episodio a me non noto.

Posso anche aggiungere un'altra invettiva storica del vecchio Catone: «Omnes Ligures fallaces sunt», ma anche quel Catone in verità ce l'aveva un po' con tutti specie con la gente non disposta, come i Liguri, a sottomettersi alla prepotenza romana.

Ed allora?? vogliamo invece parlare di qualche episodio positivo e di considerazione nei nostri confronti??

Chi è a conoscenza del perchè lo stemma di Milano sia uguale a quello di Genova? Genova mandò in aiuto del comune lombardo 500 dei suoi famosi balestrieri. Il loro valore e quello del popolo milanese non riuscirono a impedire la presa della città da parte del Barbarossa. Ai genovesi superstiti venne recisa una mano e cavato un occhio affinché più non potessero usare la balestra. Per riconoscenza il comune di Milano, rientrato in Germania il Barbarossa, stabilì un vitalizio per quei disgraziati e volle che il suo stendardo fosse simile a quello di Genova. Anche l'Inghilterra per poter navigare tranquillamente nel Mediterraneo chiese ed ottenne di poter innalzare la croce rossa in campo bianco di Genova (ancora adesso bandiera della marina britannica) in quanto solo così poteva evitare di essere aggredita dai pirati, non solo barbareschi, che di Genova avevano timore e rispetto. E gli apprezzamenti che si facevano nella Spagna a cavallo tra il 1300 e il 1400 sui Genovesi?? Diceva una filastrocca dell'epoca «Son quattro le cose più belle da vedersi... la regia Castellana (cioè il fasto della regia di Madrid) y la dona Catalana (la bellezza delle donne di questa regione) il cavalier Franzes (il lusso e l'eleganza dei cavalieri di Francia) y l'ovrar de los Genoès (cioè l'alacrità e l'operosità dei Genovesi che già allora avevano cominciato a creare centri di traffici e commerci in Spagna).

E qualche secolo dopo un grande scrittore di Spagna, Felix Lope de Vega, non scrisse forse «El Genoves Liberal» a prova e testimonianza della liberalità e correttezza del pensar genovese?? Altro che nazione di usurai. Genova è stata nazione grande, potente e liberale ed in questa mia opinione ho compagni illustri storici quale il grande storico francese Braudel. È da questo periodo che nasce il nucleo massimo dell'identità ligure in quanto sia l'appartenenza razziale ad un certo tipo fisico più affine ai Baschi e agli Atlanti Mediterranei piuttosto che a Celti e Italici sia l'antico sentore di un'origine, di una lingua e di usanze comuni da parte delle antiche tribù spesso in guerra tra di loro, che occupavano in tempi protostorici l'arco tra l'Arno e l'Ebro, possono aver contribuito solo in parte a l'affermarsi di una identità Ligure.

Quindi lo stato, l'identità e la nazione ligure, si può dire che nacque per merito degli Embriaci, dei Fregoso, dei Doria (specie del grande Andrea) e durò intatto sino a quando il gran farabutto corso (tra l'altro di origine ligure, genovese da parte di madre, sarzanese da parte di padre, non ti combinò quello che sappiamo ed altri farabutti a Vienna pensarono bene di donare il nostro stato, in spregio ai desideri del popolo, a dei re, spesso deformi e sterili, ed in ogni caso tiranni, che per secoli avevano tentato di impadronirsi del territorio della nostra liberale repubblica. Da qui incominciarono umiliazioni e soprusi culminati nei massacri che il canagliume con le piume di gallo in testa, guidati dal Lamarmora, effettuarono nella nostra città (altro che la prepotenza dei Genovesi ad Ikaria!).

Ed infine a testimonianza che il sentirsi Ligure oltrepassa i confini amministrativi ricordiamoci che quando uno sciagurato ministro Piemontese, il Rattazzi, decise di togliere alla amministrazione di Genova, sempre per sminuirne ancora la potenza, i comuni della piana di Novi e dell'Oltre Giogo, questi per protesta e per confermare il loro sentirsi Liguri aggiunsero tale aggettivo al loro nome. Novi Ligure, Parodi Ligure, Cabella Ligure, Carrega Ligure etc. sono amministrativamente in Piemonte, ma radici e animo sono sempre Liguri.

Questo il passato, remoto e recente, ma sempre passato. Che fare ora?. Il Ligure deve ora guardare al futuro trovando l'antica unità. Operare affinché l'isolamento in cui, anni d'ignavia dei nostri governanti ci hanno cacciato venga infranto. Terzo valico; la Pontremolese; l'autostrada Albenga/Ceva; il nodo autostradale Genovese; il potenziamento degli aeroporti (Genova e Albenga) e dei porti, anche di quelli turistici. Questi debbono essere gli intenti; perché la Liguria deve essere terra di traffici e di scambi; altro che acciaierie e raffinerie che ammorbano, producono cancro e tolgono spazi vitali alle merci. Ed infine stretta collaborazione con le genti della Liguria d'Oltre Giogo al fine di recuperare amministrativamente quelle nostre terre di cui Genova e la Liguria ha estremo bisogno.

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