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Corriere della Sera EMERGENTI Estonia, Lettoria e Lituania Le tigri ballano sul Baltico Gianclaudio Torlizzi Alla perenne ricerca di mercati azionari che abbiano le potenzialità di offrire performance a due cifre, la comunità finanziaria internazionale da alcuni mesi sta puntando i riflettori sulle «tigri baltiche». In effetti. se si dà uno sguardo ai rialzi compiuti in questi ultimi anni dalle Borse di Estonia, Lettonia e Lituania, ben si capisce il motivo di tanta curiosità. Dallo scoppio della crisi russa del 1998 a oggi,le piazze finanziarie di Ta11in. Riga e Vilnius segnano un guadagno rispettivamente del 202%, 77% e 223%. Dall'inizio dell'anno, invece, la crescita si attesta mediamente al 34%. Come spiegano i (pochi) broker che operano su questi mercati, l'eccezionale performance è dovuta al «piccolo-grande» miracolo economico inaugurato nel 1991 (anno in cui le tigri baltiche ottennero l'indipendenza dall'Unione Sovietica). Miracolo che si è sostanziato nella forte crescita economica, nel risanamento dei conti pubblici, nel massiccio afflusso di investimenti diretti e, non ultimo, nella recente adesione alla Ue. Tanto per fare un esempio, nel 2003 il Pil dell'Estonia è cresciuto di quasi il 5%, quello della Lettonia del 7,5% mentre quello della Lituania è vicino al 9%. Ritmi quasi cinesi. Il trend è destinato a durare: secondo le stime della Uhispank, la seconda banca estone, il Pil delle tre tigri baltiche nel 2005 sarà in rialzò del 6%,7% e 6,8%. Con queste premesse è naturale che i grandi investitori internazionali incomincino a interessarsi sempre di più di questi mercati. «Esattamente un anno fa -dice Urmas Riiel capo del dipartimento ricerca di Hansapank, la maggiore banca estone - pensavamo che il boom dei mercati azionari fosse terminato. Ora, invece. con queste performance è difficile dire quando toccheremo l'apice, anche perché i titoli non presentano elementi di ipercomprato a differenza della fine degli anni 90. Il mio consiglio è dunque quello di acquistare». Più cauto è, invece, l'atteggiamento di Veikko Maripuu, responsabile dell'asset management di Suprema Securities: «Sebbene i mercati della regione continuino a registrare forti progressi dall'inizio dell'anno, bisogna fare attenzione su quali azioni puntare, dato che non vi è più alcun significativo deprezzamento sui titoli». Previsioni a parte è chiaro però che, con una capitalizzazione di mercato complessiva di 9 miliardi di dollari dei mercati di Estonia, Lettonia e Lituania, è la liquidità l'ostacolo principale all'attività di investimento. Una piazza finanziaria poco liquida, infatti, non tutela in primo luogo i piccoli investitori non solo sul fronte delle operazioni di compravendita, ma anche, e soprattutto, sul versante della trasparenza della formazione dei prezzi (clearing),della pubblicazione dei bilanci e delle comunicazioni da parte delle società quotate. Con questi presupposti è consigliabile dunque evitare di investire nelle piccole-medie società, ancora poco avvezze alla piena trasparenza. Il vero punto di svolta all'investimento nella regione potrebbe però arrivare presto dall'imminente apertura della stagione delle lpo. I collocamenti azionari di compagnie oramai europee a tutti gli effetti non solo amplieranno la liquidità dei mercati, e garantiranno una più estesa offerta di titoli, ma faranno da riferimento, in termini di corporate governance e di trasparenza di mercato, a quelle società ancora restie a uniformarsi completamente agli standard internazionali. Su tutti meritano attenzione il collocamento di Tallink, società estone di spedizioni, e quello di Estonian Rai1ways, il gestore delle ferrovie.
Le tre Repubbliche baltiche e
la Liguria - Comunicato stampa del 4 novembre 2004 |
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