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Giovedì 23 maggio 2002
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La Repubblica
CANDIDATI/5
Dopo Lega e Forza Italia, "per un voto di testimonianza"
Bampi, il ritorno del prof per la Liguria indipendente
AVA ZUNINO
È tornato il professore: si è candidato per sollecitare l'attenzione dei genovesi sul "diritto internazionale imprescindibile" che ha la Liguria di diventare uno stato indipendente al pari, tanto per fare un esempio concreto, di San Marino. Franco Bampi, 51 anni, docente di meccanica razionale alla Facoltà di Ingegneria amatissimo dai suoi studenti, è il candidato sindaco del Mil, il movimento indipendentista Ligure. Ha esordito in politica nel 1992, quando decise di iscriversi alla Lega Nord. Deluso da Bossi, si iscrive a Forza Italia. Poi decide di abbandonare la politica: «Pensavo di non candidarmi più ma poi ho deciso di farlo con il Movimento Indipendentista ligure che porta avanti un grande ideale, fondato storicamente e giuridicamente: allora ho ritenuto che uno possa mettersi in gioco per una grande idea».
Franco Bampi |
Cominciamo a spiegare: lei è il candidato sindaco del Mil, ma non chiede il voto
ai genovesi per diventare primo cittadino...
«Noi chiediamo un voto di testimonianza, di simpatia: i cittadini possono
tracciare una croce sul nostro simbolo per il consiglio comunale e poi votare il
candidato sindaco che preferiscono. In queste elezioni noi del Mil abbiamo
intravisto la possibilità, usando gli spazi gratuiti che vengono messi a
disposizione delle forze politiche, di far conoscere il diritto dei cittadini
genovesi a dichiarare la Liguria stato indipendente: è un diritto che abbiamo
non avendo mai votato alcun plebiscito di adesione né al Regno di Sardegna, né
al Regno d'Italia come invece hanno fatto tutte le altre Regioni italiane. Anzi,
i Savoia che fecero votare tutte le altre Regioni per sanare questo aspetto del
diritto internazionale, non fecero votare i liguri proprio perché erano sicuri
che avrebbero votato contro. Il diritto internazionale stabilisce che un
territorio può essere annesso solo in due casi: se è terra di nessuno, e noi non
lo eravamo, o se c'è un plebiscito, e non è stato fatto».
Cosa cambierebbe l'indipendenza nella vita di genovesi e liguri?
«Sarebbe conveniente almeno per due motivi. Il primo è economico perché saremmo
in grado di decidere noi le tasse, e gli incassi li terremmo qui; potremmo
decidere di eliminare certe burocrazie e diminuire dunque i costi. Il porto di
Genova ogni anno manda a Roma 3 mila miliardi di vecchie lire: l'Autorità
portuale da Roma non riceve neppure cento miliardi di vecchie lire all'anno.
Solo di Irpef mandiamo al governo 32 mila miliardi di vecchie lire all'anno; poi
ci sono l'Irpeg, l'Iva, le imposte sui tabacchi, sul sale, sui generi di
monopolio che non siamo in grado di quantificare perché lo Stato, non si capisce
perché, non li vuole dare disaggregati. Tutti questi soldi resterebbero in
Liguria e potremmo decidere noi come spenderli. Il debito pubblico del Comune di
Genova è di 2600 miliardi, cioè meno di un anno di tasse portuali».
Il secondo tipo di convenienza?
«Noi liguri potremmo fare le leggi che riteniamo più giuste».
Chiedete un voto "di simpatia" per essere presenti in consiglio comunale:
al ballottaggio cosa farete?
«Chiederemo ai candidati di Comune e Provincia un impegno preciso perché sia
chiesto il riconoscimento del diritto all'indipendenza. Chiunque aderirà, noi
informeremo i cittadini che ha accettato di impegnarsi».
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Corriere Mercantile
COMUNE 1
·
BAMPI PUNTA SULLA TRADIZIONE
«Per gli accordi al ballottaggio basterà una stretta di
mano»
Una stretta di mano sarà sufficiente per stringere un eventuale patto di alleanza durante il ballottaggio. Franco Bampi ripesca fra gli usi dell'antica repubblica anche quello più in voga nella Superba per stipulare accordi politici. Basterà una stretta di mano sulla pubblica piazza per sancire l'appoggio del Mil a uno dei due schieramenti che, in caso di ballottaggio, si contenderanno la poltrona di sindaco.
Franco Bampi |
Quali sono i tre obbiettivi principali del Movimento indipendentista ligure?
«Noi abbiamo un solo obbiettivo, cioè far riconoscere il diritto della Liguria a poter
tornare indipendente. E siccome l'indipendentismo è patrimonio di tutti, abbiamo
rinunciato ad un programma amministrativo di tipo tradizionale. Il nostro programma,
quindi, parla solo della storia e dei valori che la Repubblica di Genova ha sviluppato
in 700 anni: solidarietà e lavoro. Se noi, infatti, avessimo la possibilità di
amministrare Genova come era stata amministrata nella storia avremo una organizzazione
perfetta».
In caso di ballottaggio, a chi garantireste l'appoggio?
«Noi chiediamo il voto disgiunto, cioè votare il Mil e poi il candidato sindaco che più
piace, perchè il nostro voto è un voto di testimonianza e non di un partito quindi, in
caso di ballottaggio, chiediamo al candidato sindaco di impegnarsi sul riconoscimento
della Liguria a tornare indipendente. Chi si impegnerà in maniera formale, per esempio
con una stretta di mano pubbblica, avrà il nostro appoggio, ma non faremo accordi formali
perchè ci vorrebbe un impegno così forte da renderci impossibile non farlo».
Siete a favore di unirvi alle altre liste civiche per costituire un terzo
polo?
«Non sono d'accordo perchè noi non dobbiamo andare a fare dei ricatti, cioè pressioni sui
partiti grossi perchè noi non chiediamo posti, se li avremo è perché gli elettori ce li
avranno dati. A noi interessa, da chi è eletto sindaco, un impegno per poter avere il
riconoscimento indipendentista, ma non vogliamo essere conflittuali o antagonisti perché
l'indipendentismo è un bene comune. Noi, quindi, siamo e restiamo trasversarli».
Chi sono gli elettori del Mil?
«Sono tutti i cittadini di Genova e della Liguria cioè che tutto coloro che hanno comunque
i loro interessi economici in Liguria e che vorrebbero che i propri figli lavorino nella
nostra regione. D'altronde la Liguria è sempre stata cosmopolita».
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